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Subject Mostre ed incontri artistici - Settembre 2014
Messaggio di Gino il giovedì 4 settembre 2014 alle 08:57   -  forum administrator-  forum moderator
Città: Napoli   Iscritto il: venerdì 29 giugno 2001   Posts: 12608   View Gino's profileProfilo Search for other posts by GinoCerca Visit Gino's homepagewww Quote

Napoli - dal 4 settembre al 9 ottobre 2014
Luisa Menazzi Moretti - Words


 [Vedi la foto originale]
BASILICA DI SAN DOMENICO MAGGIORE
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Piazza San Domenico Maggiore (80134)
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Al Forum Universale delle Culture, “Words”, mostra fotografica di Luisa Menazzi Moretti dedicata alle parole. Immagini che ritraggono frammenti di testi “interrotti”, sciupati, che l’autrice ferma nel tempo prima che svanisca la loro ragione. Con testi di autori che lavorano con le parole: Francesco Bonami, Chiara Carminati, Paolo Coltro, Elio De Capitani, Gabriele Frasca, Piero Maestri, Yamina Oudai Celso, Paolo Rossi, Tiziano Scarpa, Marisa Sestito, Susan M. Stabile.
orario: tutti i giorni 10-22
(possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: free admittance
vernissage: 4 settembre 2014. h 19
catalogo: in galleria. Arte’m
curatori: Denis Curti
autori: Luisa Menazzi Moretti
patrocini: Forum Universale delle Culture, Unesco, Ministero dello Sviluppo Economico, Regione Campania, Comune di Napoli, Scabec
genere: arte contemporanea, personale


Messaggio di Gino il giovedì 4 settembre 2014 alle 08:59   -  forum administrator-  forum moderator
Città: Napoli   Iscritto il: venerdì 29 giugno 2001   Posts: 12608   View Gino's profileProfilo Search for other posts by GinoCerca Visit Gino's homepagewww Quote

4/3/2014

Vanvitelli segreto

Reggia di Caserta, Caserta (NA)

I suoi pittori da Conca a Giaquinto. L'esposizione e' incentrata su due aspetti della produzione di Luigi Vanvitelli: "inventore" di opere d'arte decorativa (come il Trono di San Pietro) e pittore. In mostra anche dipinti degli artisti piu' stimati da Vanvitelli e suoi collaboratori: De Mura, Batoni, Pozzi, Giaquinto...


 

comunicato stampa

a cura di Vega de Martini e Francesco Petrucci

Sarà inaugurata martedì 4 marzo alle ore 16 la mostra Vanvitelli segreto i suoi pittori da Conca a Giaquinto - la Cathedra Petri, ideata da Paola Raffaella David, già Soprintendente BAPSAE di Caserta e Benevento, curata da Vega de Martini e Francesco Petrucci e promossa dal Centro Europeo per il Turismo. L’esposizione, allestita negli Appartamenti storici del Palazzo Reale di Caserta, è incentrata su due aspetti della produzione di Luigi Vanvitelli: “inventore” di opere di arte decorativa e pittore.
Il primo aspetto è rivelato dal Trono di San Pietro, imponente manufatto tardo-barocco in marmo di Carrara a metà strada tra scultura e arte decorativa, ideato da Vanvitelli per la Basilica Vaticana.

Il trono, commissionato da Benedetto XIV nel 1754, venne rifiutato dai canonici della basilica per il carattere esuberante rispetto alla celebre statua bronzea attribuita ad Arnolfo di Cambio.
La mostra espone il suo bellissimo modello in terracotta e stucco dorato conservato presso la Fabbrica di San Pietro.
Nell’ambito della pittura viene esposto per la prima volta il Ritratto di Gaspar van Wittel, il famoso vedutista olandese padre di Luigi Vanvitelli, concesso in prestito dall’Accademia Nazionale di San Luca.
In mostra anche dipinti degli artisti più stimati da Vanvitelli, collaboratori in alcune sue opere: Sebastiano Conca che fu chiamato da Vanvitelli a Napoli per importanti commissioni; Corrado Giaquinto, uno dei massimi pittori del rococò, trasferitosi a Napoli dopo il soggiorno in Spagna come primo pittore di Corte.
Nel filone classicista degli artisti stimati o attivi a fianco di Vanvitelli, vanno annoverati Pompeo Batoni, successore del Conca come caposcuola del 700 romano, e Anton Raphael Mengs, padre del Neoclassicismo.
Tutti questi artisti sono presenti in mostra con varie opere, alcune mai esposte al pubblico italiano, come il Ritratto di Clemente XIII di Mengs, uno dei capolavori della ritrattistica papale, il Ritratto del principe Guglielmo Ruffo in veste di Gran Camerario del Regno di Napoli di Francesco De Mura, tra i pochi artisti napoletani stimati da Vanvitelli, concesso in prestito dal principe Fulco Ruffo di Calabria.

La mostra sarà arricchita dal Ritratto del Vanvitelli di Giacinto Diano, da due frammenti del quadro con la Natività di Sebastiano Conca, distrutto nei bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale dalla Cappella Palatina della Reggia di Caserta, da una serie di dipinti di de Mura, Batoni, Pozzi, Giaquinto, modelli per gli arazzi che dovevano decorare la camera da letto di Ferdinando IV e Maria Carolina nel Palazzo Reale di Napoli e da una serie di disegni dello stesso Vanvitelli, manufatti del fondo casertano.
Chiude la mostra un singolare Ritratto allegorico di Carlo III di Borbone di Lorenzo Gramiccia, proveniente da Palazzo Chigi in Ariccia.
Un altro aspetto poco considerato, inerente gli interessi culturali del Vanvitelli, è la sua passione e competenza musicale, documentata da alcune lettere provenienti dall’archivio del Palazzo Reale di Caserta; e ancora sarà esposta la “maschera mortuaria” dell’artista, conservata nei depositi della Reggia.
Al vernissage della mostra interverranno Gregorio ANGELINI, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania e Fabrizio VONA Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per il Polo Museale di Napoli e la Reggia di Caserta.

Uffici Stampa:

Palazzo Reale
Vincenzo Zuccaro vincenzo.zuccaro@beniculturali.it
Vitaliano Zamprotta Tel. +39 0823.277369 vitaliano.zamprotta@beniculturali.it

Alef – Cultural project management
Ilaria Bolognesi Tel. +39 02 45496874 - Fax: +39 02 45496873 ilaria.bolognesi@alefcultural.com

Civita
Daniela Leone Tel. 335-6766173 leone@civitamusea.it

Inaugurazione 4 marzo ore 16

Reggia di Caserta
via Giulio Dohuet, 22 - Caserta (NA)
Orario: 8.30-19.30, chiuso martedi
Biglietti: appartamenti storici+ mostra + parco 14 € appartamenti storici+mostre 11 €



Messaggio di Gino il giovedì 4 settembre 2014 alle 09:00   -  forum administrator-  forum moderator
Città: Napoli   Iscritto il: venerdì 29 giugno 2001   Posts: 12608   View Gino's profileProfilo Search for other posts by GinoCerca Visit Gino's homepagewww Quote

19/4/2014

Viaggio in Campania

Museo di Villa Pignatelli, Napoli

Sulle orme del Grand Tour. 9 mesi di eventi, mostre, itinerari ed escursioni, un programma che ripropone in chiave moderna il viaggio di formazione settecentesco, che vide musicisti, filosofi, poeti, pittori celebrare il sud, la sua arte e la sua storia.


 

comunicato stampa

Da aprile a dicembre 2014 la Campania diventa teatro di un viaggio nelle emozioni. Un viaggio costruito ripercorrendo le orme di quella esaltante stagione della cultura che va sotto il nome di Grand Tour e che l’Italia, Campania compresa, ha vissuto soprattutto fra il XVIII e il XIX secolo. Di quell’epoca ci resta un patrimonio inestimabile di testimonianze di viaggio e di opere letterarie ispirate dalle bellezze italiane, scritte dai tanti stranieri che vivevano il viaggio in Italia come un’esperienza imprescindibile di formazione. Esse ci restituiscono l’immagine di un Paese inevitabilmente (almeno per certi versi) diverso.

Oggi quelle testimonianze – in un momento di difficoltà per la cultura in Italia, con un territorio sempre più a rischio di sconsiderate aggressioni – suonano come un monito per tutto ciò che abbiamo perduto ma anche come una guida per riscoprire e valorizzare l’ancora ricchissimo patrimonio culturale e ambientale. A lanciare il progetto è stato l’Assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Campania Pasquale Sommese che già lo scorso anno ne aveva presentato il programma in anteprima a Londra. Ora finalmente si parte.

“Vogliamo che il 2014 sia l’anno della Campania” - aveva detto l’Assessore presentando i nove mesi di eventi, mostre, itinerari ed escursioni, dall’area vesuviana a tutta la regione. Il ricco programma – dal titolo emblematico di “Viaggio in Campania. Sulle orme del Grand Tour” – è stato previsto dall’Assessorato ai Beni Culturali e Turismo della Regione Campania al fine di riproporre in chiave moderna il viaggio di formazione settecentesco. Chi si recherà in Campania potrà visitare le tante bellezze archeologiche, artistiche, storiche e naturali della nostra terra, vivendo una vera e propria esperienza emozionale.

“Con il programma del Grand Tour vogliamo realizzare la più importante operazione degli ultimi anni di promozione del nostro patrimonio culturale, proponendo una ricca offerta che non ha solo una funzione di valorizzazione, ma serve anche per aiutare gli operatori e chi vende il prodotto Campania, per arricchire il soggiorno e la vacanza dei turisti italiani e stranieri – spiega l’Assessore ai Beni Culturali e Turismo Pasquale Sommese che ha voluto fortemente questa iniziativa.

Grazie all’utilizzo di Campania>Artecard, è stato messo a sistema lo straordinario patrimonio di musei, siti archeologici, località di mare, specialità gastronomiche, siti religiosi e parchi naturali. Obiettivo primario: ottenere un riscatto che il territorio campanio merita proprio mentre le sue ferite ambientali sono un problema ancora aperto.

Nove itinerari, che coprono l’intera regione e che accanto ai grandi attrattori, come Pompei, il Vesuvio, la Reggia di Caserta e le località più famose come Sorrento, Capri e Ischia, promuoveranno le zone interne con i loro tesori, attraverso collegamenti via mare e via terra dedicati.

Da aprile a dicembre, nei luoghi dei nove itinerari, ci sarà un cartellone fitto di appuntamenti che accanto alle visite guidate spettacolarizzate ospiterà eventi collaterali, mostre e seminari. Il programma è realizzato in collaborazione con la Scabec (la società regionale per i Beni Culturali) che gestisce il circuito Campania>Artecard.

Ecco gli itinerari che da aprile a dicembre 2014 attraverseranno la Campania:

1) Il sogno di Napoli

2) Campi flegrei: mito, storia e natura

3) Passeggiate Vesuviane

4) Un viaggio tra profumi e colori della Penisola Sorrentina

5) Capri e Ischia, le isole del Grand Tour

6) Lungo il Miglio d’Oro

7) I percorsi della via Appia

8) La Costa d’Amalfi e le vie del Cilento

9) I fasti dei Borbone e le Regge (nell’itinerario ci sarà anche il Real Sito di Carditello, recentemente sottratto al degrado)

Speciale Grand Tour di Notte da giugno a settembre 2014: “Herculaneum e Vesuvio, Storie Sepolte”, visite e spettacoli serali negli scavi di Ercolano, programma arricchito anche dalle performance sul Vesuvio.

“Con Campania>Artecard, in sinergia con gli enti locali e le realtà più significative delle varie aree interessate – spiega ancora l’assessore Pasquale Sommese – abbiamo creato una rete di collegamenti tra la costa e le zone interne della regione, in modo da valorizzare anche siti e musei di pregio, non interessati normalmente dai grandi flussi turistici.”

L’emozione di un viaggio culturale sarà arricchita anche dall’esperienza sensoriale, con gusti, odori e sapori della Campania. “Il Grand Tour – continua Pasquale Sommese – è infatti anche l’occasione per promuovere le nostre eccellenze enogastronomiche, oggi elemento di formidabile attrazione turistica, e i nostri paesaggi che permettono, tra parchi e oasi , di vivere uno straordinario viaggio nella natura”.

Museo di Villa Pignatelli
via Riviera di Chiaia, 200
081 7612356
081 669675
http://www.polomusealenapoli.beniculturali.it
sspsae-na.pignatelli@beniculturali.it



Messaggio di Gino il giovedì 4 settembre 2014 alle 09:00   -  forum administrator-  forum moderator
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12/6/2014

Stano Filko - Jiri Kovanda

Fondazione Morra Greco, Napoli

Filko, attraverso un processo di archiviazione di oggetti e documenti, realizza delle installazioni immersive. Kovanda, le cui performance sono piccoli interventi in contesti urbani, prevedono il coinvolgimento di persone e di oggetti comuni.


 

comunicato stampa

a cura di Mira Keratova'

POSTBIGBANGSF – ANTEBIGBANGSF
L’opera di Stano Filko è estremamente ampia e dinamica. Si basa su un’incessante archiviazione di oggetti e documenti attraverso la realizzazione di installazioni e ambienti, fino alle voluminose e immateriali PROJECT ART, PROSPEKT ART E TEXT ART: queste ultime sono opere in cui il testo assume un ruolo centrale, realizzate con materiali diversi come carte recuperate e adattate (spesso carte millimetrate), plastica colorata e traforata, alluminio e persino il suono, come nel caso delle notevoli registrazioni sonore su vinile.

Da un lato Filko utilizza testi recuperati da libri e giornali, dall’altro elabora un proprio sistema ideologico autonomo, il cosiddetto SISTEMA PSICOFILOSOFICO. Partendo da un approccio apparentemente ermetico, quasi alchimistico, l’artista crea neologismi di un vocabolario essenziale, attraverso la composizione o l’abbreviazione di parole esistenti. Fra le sue abbreviazioni più frequenti ricordiamo: SF = Systém Farieb (Traduzione: Sistema cromatico) – STANO FILKO; EQ = EMOZIONE/ENERGIA – INTELLETTO; SOIQ = SPIRITO – INTELLETTO; EISQ = EMOZIONE – RATIO/INTELLETTO – SPIRITO.

Molto presente nel suo lavoro è il concetto di numerologia. Secondo le descrizioni dell’artista, Filko attinge alla numerologia ebraica incentrata sul numero otto, a quella cosmica basata sul nove e alla centroeuropea che ruota intorno al numero dieci. Le componenti numerologiche sono integrate ulteriormente nel suo sistema attraverso l’iconografia e gli elementi ricorrenti nel suo lavoro quali specchi, frammenti di carta millimetrata, mappamondi, bombe, scale ecc.

Filko concettualizza la dimensione del tempo. Le sue composizioni spaziali appartengono prevalentemente al gruppo di lavori definiti POSTBIGBANG in cui l’artista affronta lo spazio FISICO (MATERIALIZZAZIONE – STORIA – RATIO – EGO). Altre composizioni rientrano invece nel gruppo di opere ANTEBIGBANG e simboleggiano il mondo METAFISICO. Un esempio è l’Universo, definito secondo quattro dimensioni di tempo puro: SENSUALITA’ – SENSIBILITA’ – EMOZIONE – SPIRITUALITA’. Né il POSTBIGBANG né l’ANTEBIGBANG si riferiscono esclusivamente alla creazione del cosmo ma sono legati alle incarnazioni di Filko (13-14-15 giugno 1937) e alle sue due morti cliniche del 1945 e del 1952.

Il SISTEMA CROMATICO di Stano Filko è particolarmente significativo. L’artista lo ha sviluppato attingendo allo studio dei sistemi in fisica (Newton) e alle ricerche sul colore delle teorie dell’arte. L’aspetto fondamentale in Filko consiste nell’impiego del colore in quanto STRUTTURA, che l’artista suddivide in 5 DIMENSIONI creando una struttura verticale; ciascuna delle cinque dimensioni è a sua volta ripartita in strutture orizzontali che corrispondono a 20 COLORI. Ogni colore si sviluppa fino a una determinata dimensione creando una sorta di chakra, mentre ogni dimensione superiore contiene tutti gli elementi di quelle inferiori. Il modello spaziale di questo schema è la piramide.

Il sistema di Filko abbraccia diverse discipline. I colori sono organizzati in ulteriori strutture secondo diversi sistemi filosofici fino al puro logos. Così facendo è possibile applicare la strutturazione intesa come metodo analitico a qualsiasi tipo di fenomeno, sia a quelli per i quali esiste già una definizione, sia a quelli per i quali l’autore inventa un neologismo. Filko crea innumerevoli sottocategorie fino al più infinitesimo elemento.

Grazie a questa formula, l’artista è in grado di creare una serie lineare infinita e, nello stesso tempo, di sviluppare infinite serie interconnesse fra loro su temi diversi e nell’ambito di specifici sistemi di conoscenza per i quali nutre interesse (un esempio sono le questioni di genere, l’evoluzione, la creazione dell’universo, l’aldilà, l’arte, la società, l’etica e così via).

Tuttavia, nelle sue molteplici rappresentazioni, Filko è solito affrontare le contraddizioni. Le opposizioni binarie gli permettono di sviluppare ulteriori rapporti dialettici interni (un tipico esempio è la contrapposizione fra EGOISMO e ALTRUISMO).

Le “serie” create da Filko si sviluppano dunque parallele. Le dimensioni possono per esempio rappresentare o essere a loro volta rappresentate da elementi classici (Fuoco, Aria, Acqua, Terra), dai punti cardinali (Nord, Ovest, Est, Sud), da temi sociali di vario genere o ancora da altri aspetti. Basandosi su questa struttura, Filko ha sempre la possibilità di sviluppare ulteriori serie infinite parallele con interconnessioni funzionali. La complessa sovrapposizione di livelli e le infinite interconnessioni creano un rizoma.

Filko è spesso considerato un utopista. Di fatto, si ispira a un modello universalistico del mondo che va oltre l’universo conosciuto. Cerca di ottenere una qualche forma di algoritmo finale (lui direbbe SINGOLA VERITA’ al posto di RELATIVITA’ PLURALISTICA) che gli consenta di delineare una costellazione essenziale, un’entità suprema che spieghi l’infinito. Non essendo un assertore del pluralismo, Filko non crede che le cose possano essere indifferentemente in un modo o in un altro. Per lui tutto è in qualche modo verificabile. OGGETTIVITA’ ASSOLUTA! Mira Keratovà

La mostra consiste in una selezione di opere dell’artista presentate precedentemente alla galleria amt_project di Bratislava (2012). Si tratta di una rassegna cronologica del lavoro di Filko, con una particolare attenzione al gruppo di opere del dopo Big Bang. La mostra affronta temi come la creazione del cosmo, l’idea di incarnazione, i fenomeni della morte clinica e lo spazio dell’Io, rappresentati in numerose sculture e installazioni.

Dal 1959 al 1965 Filko ha frequentato l’Accademia di Belle Arti e Design di Bratislava. Ha partecipato a numerose mostre internazionali fra le quali ricordiamo: Biennale di Parigi, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1969); Documenta 7, Kassel (1982); FLYKO, Special Exhibit of Recent Work 1983-1985, P.S.1 – The Institute for Art and Urban Resources, Long Island City, New York (1986); Aspekte/Positionen. 50 Jahre Kunst aus Mitteleuropa 1949-1999, Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna (1999); Biennale di Venezia, 51. Esposizione Internazionale d’Arte, Venezia (2005); UP 300000 KM/S, tranzit workshops, Bratislava (2005); 11th Biennale de Lyon, Lione (2011); Report on the Construction of a Spaceship Module, New Museum, New York City (2014) e numerose altre.

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Jiri Kovanda - Above our heads
Il lavoro di JiRI Kovanda ha un carattere estremamente elusivo e minimalista ed è costituito principalmente da performance ed installazioni che affermano la libertà del singolo attraverso l’invisibilità della figura dell’artista a favore di una delicata esibizione dell’esistenza dell’oggetto. Le sue performance, documentate attraverso la fotografia,sono caratterizzate da piccoli interventi gestuali in contesti urbani che si articolano attraverso il coinvolgimento di persone o di oggetti d’uso comune, poetizzando l’esecuzione delle azioni più semplici e focalizzando l’attenzione sull’esplorazione dei limiti dell’autodeterminazione. La prima fase del lavoro dell’artista, a partire dalla metà degli anni 70’, va esaminata alla luce del totalitarismo sovietico e della totale eliminazione del concetto di individuo.

L’azione ed il gesto, per quanto apparentemente ininfluenti sulla vita della collettività, nel lavoro di Kovanda assumono un carattere fondamentale e si impongono sia come mezzo per l’affermazione della libertà personale,che come strumento di presa di coscienza della realtà attraverso la messinscena di quello che, attraverso la documentazione, può apparire come un piccolo teatro dell’assurdo. Per la Fondazione Morra Greco, Kovanda realizza un’installazione site specific, un intervento delicatissimo concepito per il piano basamentale e teso a suggerire un’atmosfera e modulare un ambiente piuttosto che ad imporsi come opera d’arte. La disposizione di una serie di lampade collocate su pilastri, è realizzata a partire dalla posizione delle stelle della costellazione del Corvo. L’installazione è intitolata Above Our Heads ed il riflesso del cielo al di sopra dello spettatore viene restituito sul fondo del palazzo della Fondazione, come l’acqua di un pozzo che riflette la luminescenza della volta celeste.

Il Corvo è una delle costellazioni più visibili dai cieli che sovrastano le aeree urbane, sia per la sua ridotta estensione che per la particolarità d’essere collocata in un'area povera di stelle brillanti. Kovanda ha così la capacità di trasporre la magnificenza del cielo in uno spazio chiuso, di creare un’atmosfera sottile grazie alla suggestione della luce artificiale che illumina il buio naturale, riuscendo ad attuare il superamento del limite spaziale dei piani e del tetto del palazzo nella rappresentazione di una cosmologia personale ottenuta tramite la ricollocazione di oggetti già esistenti. La scelta artistica di rispettare la natura delle lampade reperite, senza ulteriori modifiche a livello d’intensità luminosa o di adeguamento della luce dell’una rispetto all’altra, riflette il rispetto per il materiale e la volontà di non rendere l’artificio volutamente artificioso. Altra caratteristica fondamentale del lavoro è infatti la visibilità dei fili elettrici che alimentano le lampade e creano un disegno sul pavimento. L’utilizzo del cavo elettrico come parte integrante del lavoro crea un evidente slittamento rispetto all’idea dell’oggetto, percepito abitualmente come un inutile ingombro da nascondere. Il suo corrente utilizzo estetico assume la stessa importanza funzionale che il filo riveste per la generazione di elettricità e la scelta di mostrarlo effettuata da Kovanda diviene una personale presa di posizione nei confronti della concezione dell’oggetto e della percezione dello spettatore.

Le stelle che compongono la costellazione del corvo sono undici ma solo sei delle sue stelle sono luminose ad occhio nudo. Kovanda mostra ciò che è visibile, le stelle, ed anche ciò che viene solitamente celato, il cavo elettrico, dichiarandone la presenza quel tanto che basta per suggerire l’intervento artistico e facendo si che per scelta, solo l’essenziale e l’esistente per il singolo divenga visibile agli occhi di tutti. Anna Cuomo

JiRI Kovanda (Praga, 1953) ha esposto i suoi lavori a Documenta XII (2007) e realizzato la perfrmance Kiss Through Glass alla Tate Modern di Londra (2007), tra le personali recenti la retrospettiva al Museum of Contemporary Art di Breslavia (2013), al Reina Sofia di Madrid (2012) e la collettiva al New Museum di New York (2014).

Immagine: Stano Filko, Mercury and the Sun, 2012

Ufficio stampa Electa
ufficiostampa.electa@mondadori.it

Inaugurazione 12 giugno alle 19

Fondazione Morra Greco
largo Avellino 17, Napoli.
Lun 15-19, mar-ven 10-14/15-19 e sab 11-14/15-19.
Ingresso libero.



Messaggio di Gino il giovedì 4 settembre 2014 alle 09:03   -  forum administrator-  forum moderator
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11/6/2014

Runo Lagomarsino

Galleria Umberto Di Marino, Napoli

Ears go deeper than eyes can see. Ceramiche artigianali disposte su fogli di cartone. Questi oggetti, creati a seguito di ritrovamenti di cocci sulle spiagge delle Mauritius, assumono un'esistenza autonoma ambigua.


 

comunicato stampa

----- english

La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare, mercoledì 11 giugno 2014, la personale di Runo Lagomarsino dal titolo Ears go deeper than eyes can see. Il passato recente o remoto, nelle modalità in cui è stato rappresentato, messo alla prova, rifiutato, ridefinito, così come i processi storici che sono in grado d'influenzare gli assetti socio-politici attuali, costituiscono la cornice all'interno della quale si muove l'indagine dell'artista svedese di origini argentine. Il lavoro di Runo Lagomarsino si pone alla ricerca di fratture, narrazioni altre o misconosciute, grazie alle quali smantellare il sapere tradizionale, permettendo di leggere passato e futuro da nuovi punti di vista.

Nell'opera che dà il titolo all'esposizione, Ears go deeper than eyes can see, una serie di ceramiche artigianali sono disposte su fogli di cartone. Questi piccoli oggetti, creati a seguito di personali ritrovamenti di cocci di ceramica sulle spiagge delle Mauritius, assumono un'esistenza autonoma ambigua. Da un lato, infatti, fanno eco ai criteri di catalogazione scientifica per l'esposizione di reperti archeologici, dall'altro mettono in evidenza la fragilità delle proprie forme generate dalla pressione del gesto umano sulla materia malleabile.

Nella stessa stanza, due pile di poster mettono a confronto momenti diversi della conquista occidentale dell'America Latina: attraverso un'illustrazione tratta dal libro El primer nueva corónica y buen gobierno (1612-1616) di Felipe Guaman Poma de Ayalas (uno dei testi fondamentali per la ricostruzione della cultura Inca) e un disegno di Mathias Goeritz, autore di un'importante riconsiderazione del Modernismo in Sud America attraverso il Manifesto dell'Architettura Emozionale (1953).
L'indagine scrupolosa che Runo Lagomarsino conduce intorno al colonialismo e al relativo dibattito storiografico implica, quindi, il punto di vista come premessa ideologica determinante per il prevalere di una cultura rispetto ad un'altra. Il senso di appartenenza ad una specifica comunità, infatti, gioca un ruolo decisivo rispetto alla narrazione degli avvenimenti e al peso che questi poi assumono nell'immaginare un futuro possibile.
Su questo crinale l'artista s'interroga rispetto alla definizione di ogni supposta "identità coloniale" a latitudini diverse, in modo da offrire molteplici prospettive, includendo anche uno sguardo critico sui linguaggi abitualmente usati dagli artisti e dai teorici per descrivere il colonialismo.

Nella seconda stanza, il dettaglio di una corona turrita viene stampato ripetutamente sulle pareti come a creare una lunga barriera. Il timbro riporta alla mente i controlli di frontiera su passaporti e visti: un'autorizzazione ufficiale governativa al di sopra della quale, però, sono sospesi i Sun drawing blu. La dimensione del viaggio in quanto "spazio politico" ha spesso obbligato a riconsiderare i punti di riferimento, allo stesso modo le migrazioni modificano continuamente le identità personali verso direzioni inaspettate. I disegni sono il risultato della semplice azione di esporre ogni foglio di carta al sole del Mediterraneo, immergendolo poi nel mare e dando voce in questo modo ai segreti delle mille storie in essi contenute. In For the ghosts and the raving poets, infatti, una lampadina è lasciata sul pavimento, pronta a ad essere sospesa e accesa durante le ore di chiusura della galleria. Una luce che i visitatori non vedranno mai e che risplende come una piccola simbolica presenza in memoria di quei fantasmi.

Infine, Following the Light of the Sun, I Only Discovered the Ground pone l'accento sulle dinamiche di potere legate al giudizio storico e culturale. Una proiezione di diapositive mostra materiali recuperati dall'archivio di Zurab Tsereteli, artista russo-giorgiano incaricato di realizzare la scultura più alta del mondo per le celebrazioni del 500° anniversario del viaggio di Cristoforo Colombo. La statua, infatti, non è mai stata assemblata per intero per via di continui rifiuti da parte delle istituzioni americane, così che i suoi componenti hanno peregrinato per più di vent'anni prima di trovare una collocazione definitiva a Porto Rico, dove è attualmente in corso l'assemblaggio. Le immagini sono accompagnate dalle note dell'inno russo, creando possibili fraintendimenti e sottolineando lo spiazzamento e l'arbitrarietà insiti nella scrittura di ogni storia.

Runo Lagomarsino, 1977,vive e lavora a San Paolo e Malmö
Principali mostre personali e collettive:
2014
Der Leone Have Sept Cenbeças, CRAC Alsace, Altkirch, a cura di Filipa Oliviera e Elfi Turpin
Under the Same Sun , Guggenheim Museum, New York, a cura di Pablo León de la Barra
Ir para volver - Leaving To Return, 12° Bienal de Cuenca, a cura di Jacopo Crivelli Visconti e Manuela Moscoso
2013
We have everything, but that's all we have Mendes Wood DM, São Paulo
The G in Modernity Stands for Ghosts Mellanrummet, Nils Staerk, Copenhagen
2012
Even Heroes Grow Old Index, The Swedish Contemporary Art Foundation, Stockholm, a cura di Helena Holmberg
The Unexpected Guest Liverpool Biennal, Liverpool. a cura di Lorenzo Fusi
2011
Untitled (12th Istanbul Biennial), 2011 - Istanbul. - a cura di Adriano Pedrosa e Jens Hoffmann
Speech Matters Danish Pavilion at the 54th Venice Biennale, Venice, a cura di Katerina Gregos
Violent Corners ar/ge kunst Galerie Museum, Bolzano, a cura di Luigi Fassi
Trans Atlantic Art Statements, Basel
2010
Between an Imperial system and a Metric System Present Future, Artissima, Torino
The Horizon Line is here (Tornare Per Partire) Galleria Umberto di Marino, Napoli, a cura di Lorenzo Bruni
2009
Report on Probability Kunsthalle Basel, a cura di Adam Szymczyk
2008
Annual Report: A Year in Exhibitions The 7Th Gwangju Biennale, Gwangju

----- english below

The Galleria Umberto Di Marino is pleased to present, the solo show by Runo Lagomarsino entitled
Ears go deeper than eyes can see on Wednesday June 11, 2014
The remote or recent past, or rather, the ways in which it has been represented, challenged, rejected and renamed. and the way historical processes are able to influence current socio-political forms, is the framework for the research by the Swedish artist, originally from Argentina. Lagomarsino’s work involves a search for fractures, different or misunderstood narratives which can help to dismantle traditional forms of knowledge, making it possible to read the past and visualise the future from other standpoints.

In the work that also gives name to the exhibition, Ears go deeper than eyes can see, a series of handcrafted ceramics are arranged on sheets of of cardboard. These small objects, created after the personal discovery of pottery shards on the beaches of Mauritius, have an ambiguous existence. On the one hand, they refer to the criteria used for scientific cataloguing required for the display of archaeological finds. On the other hand, they emphasise the fragility of their forms created by the pressure of the human hand pressed against the malleable material.

In the same room, two piles of posters offer a comparative insight into different phases of conquest of Latin America by the western world: an illustration from the book entitled The First New Chronicle and Good Government (1612-1616) by Felipe Guaman Poma de Ayalas (one of the key texts for reconstructing Inca culture) and a drawing by Mathias Goeritz, author of an important discussion of Modernism in Latin America published in the Manifesto of Emotional Architecture (1953).
Runo Lagomarsino painstaking investigation of colonialism and the surrounding historical debate therefore implies a point of view as a crucial ideological premise for the dominance of one culture over another. The sense of belonging to a specific community plays a decisive role in relation to the narrative of events and their significance for imagining a possible future.
This is the perspective from which the artist explores the definition of each supposed "colonial identity" at different latitudes in order to offer multiple viewpoints. He also adopts a critical stance towards the languages traditionally used by artists and theorists to describe colonialism.

In the second room, a detail of a turreted tower has been repeatedly printed on the walls, creating endless long barrier. A stamp brings to mind the border controls of passports and visas – an official form of governmental authorisation (the stamp is a fragment of the coat of arms of the city of Naples) -. above which a series of blue Sun drawings have been hung. The idea of travel as a "political space" has often led to a reconsideration of reference points, just as migrations constantly modify personal identities in unexpected directions. The drawings are the result of the simple action of exposing each sheet of paper to Mediterranean sunlight, dipping them into the sea in an attempt trying to give voice to the secrets of the thousands of stories contained within them.
In the work For the ghosts and the raving poets, a light bulb lies on the floor, ready to be hung up and lit when the gallery is closed.. It is a light that visitors will never see, shining as a small symbolic presence in memory of these ghosts.

In the end, Following the Light of the Sun, I Only Discovered the Ground emphasises the power dynamics related to cultural and historical judgments. The piece is a slide projection based on photographs retrieved from the archive of Zurab Tsereteli, - a Georgian-Russian artist commissioned to build the tallest sculpture in the world to celebrate the 500th anniversary of Christopher Columbus’ voyage of “discovery”. The statue has never been completely assembled because it was continuously rejected by several American institutions. Its constituent parts have been moved around for over twenty years before finding a permanent display location in Puerto Rico where the statue is currently being assembled. The images are accompanied by the Russian national anthem, creating possible misunderstandings that accentuate the idea of displacement and the arbitrary nature of history writing.


Runo Lagomarsino, born 1977, lives and works in São Paulo and Malmö
Selected solo and group exhibitions:
2014
Der Leone Have Sept Cenbeças, CRAC Alsace, Altkirch, curated by Filipa Oliviera and Elfi Turpin
Under the Same Sun , Guggenheim Museum, New York, curated by Pablo León de la Barra
Ir para volver - Leaving To Return, 12° Bienal de Cuenca, curated by Jacopo Crivelli Visconti, and Manuela Moscoso
2013
We have everything, but that's all we have Mendes Wood DM, São Paulo
The G in Modernity Stands for Ghosts Mellanrummet, Nils Staerk, Copenhagen
2012
Even Heroes Grow Old Index, The Swedish Contemporary Art Foundation, Stockholm, curated by Helena Holmberg
The Unexpected Guest Liverpool Biennal, Liverpool, curated by Lorenzo Fusi
2011
Untitled (12th Istanbul Biennial), 2011 - Istanbul. - curated by Adriano Pedrosa and Jens Hoffmann
Speech Matters Danish Pavilion at the 54th Venice Biennale, Venice, curated by Katerina Gregos
Violent Corners ar/ge kunst Galerie Museum, Bolzano, curated by Luigi Fassi
Trans Atlantic Art Statements, Basel
2010
Between an Imperial system and a Metric System Present Future, Artissima, Torino
The Horizon Line is here (Tornare Per Partire) Galleria Umberto di Marino, Napoli, curated by Lorenzo Bruni
2009
Report on Probability Kunsthalle Basel, curated by Adam Szymczyk
2008
Annual Report: A Year in Exhibitions The 7Th Gwangju Biennale, Gwangju

Inaugurazione 11 giugno dalle ore 20 alle ore 22

Galleria Umberto Di Marino
via Alabardieri, 1 Napoli
lun-sab 15-20
Ingresso libero



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3/7/2014

Sol Calero

Museo Apparente, Napoli

Caribbean Style. I suoi lavori hanno spesso un carattere installativo e le stratificazioni visive ed emotive da cui muovono rivendicano rimandi e corrispondenze al modello culturale 'tropicale ed esotico'.


 

comunicato stampa

La pratica artistica di Sol Calero abbraccia l'esotico, l'etnico, l'estivo, aprendosi al reale nelle sue componenti più ordinarie. L'interesse per gli oggetti d'arredo, la sedia a dondolo in paglia direttamente prelevata per la strada, le sculture realizzate prendendo in prestito le materie impiegate per l'edilizia, pongono la sua arte in contatto diretto con l'esistenza, la vita, la quotidianità, ma dove l'iconografia emblematica di un lussureggiante ed eccentrico universo caraibico, che veste ed investe gli oggetti e gli ambienti, implica una rilettura impegnata, di natura sociale.

I lavori della giovane artista venezuelana (nata a Caracas nel 1982) hanno spesso un carattere installativo, e le stratificazioni visive ed emotive da cui muovono rivendicano rimandi e corrispondenze al modello culturale marcatamente 'tropicale ed esotico' di Carmen Miranda: la cantante-ballerina che negli Anni Trenta importò la musica brasiliana sul palcoscenico di Broadway, New York, e che ha lasciato una fonte di ricordi, di storie così come di repertori iconografici, che sono sempre riconoscibili nei lavori di Sol Calero: il tripudio di frutti esotici che Carmen Miranda portava altera sulla testa, gli enormi inconfondibili bijoux che richiamavano, anch’essi, alla frutta, gli abiti variopinti, i cui codici, positivi e vivaci, vengono però poi meno sotto il 'lato oscuro' dell'americanizzazione.

E così la mostra 'Caribbean Style', frutto dei giorni di residenza di Sol Calero al Museo Apparente, insiste sui mezzi espressivi che contraddistinguono la sua produzione artistica: la Calero ricorre alla pratica dell'assemblare, del trasformare gli arredamenti già esistenti, attraverso l'uso di stoffe da lei stessa cucite e dipinte, ricreando nelle stanze e nel giardino del piccolo Museo l'atmosfera una vera e propria casa caraibica, dove al fluire esuberante di campiture geometriche, dei totem, delle pratiche artigianali, delle storie e dei concetti della terra di Sol Calero, sembra far eco un arresto o, meglio, una sospensione in una freddezza lucida e disillusa, introducendo un senso di sradicamento nella stereotipitizzazione della cultura Latino Americana nel mondo.
testo di Marianna Agliottone

Inaugurazione 3 luglio ore 19

Museo Apparente
vico Santa Maria Apparente, 17 Napoli
su appuntamento
ingresso libero



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29/7/2014

Cantieri dell'immaginario

Palazzo delle arti di Napoli - PAN, Napoli

Sguardi dalla metropoli oltre il mercato dell'arte. La mostra vuole essere una rassegna di percorsi umani e artistici, una presentazione degli autori, delle loro motivazioni, dei loro lavori, dei loro progetti.


 

comunicato stampa

Sette artisti under 40 che si misurano con una Napoli povera di occasioni professionali ma ricca di esperienze personali e collettive, crocevia di diverse biografie, migrazioni, mutazioni e percorsi circolari che troppo spesso restano sommersi. Sette percorsi eterogenei ma tutti fuori dal coro, fuori o ai margini del sistema e del mercato dell'arte. Sette traiettorie artistiche coinvolgenti, territori non (ancora) tracciati dell'immaginario metropolitano.

Nella convinzione che ciò che interpreta e costruisce dal basso l’immaginario collettivo debba essere valorizzato e discusso nell’agorà pubblica, Nicola Angrisano propone, dal 29 luglio all’11 settembre 2014 al PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, uno spaccato della produzione di sette pittori/trici che vivono e lavorano nell’area metropolitana di Napoli.

La mostra vuole essere una rassegna di percorsi umani e artistici, dunque non tanto una semplice raccolta di opere quanto una presentazione degli autori, delle loro motivazioni, dei loro lavori, dei loro progetti. Un’occasione di interazione libera e aperta tra artisti e pubblico, in coerenza con la vocazione sociale di uno spazio civico per le arti come il PAN. Un'esperienza che speriamo possa trovare continuità, diventare una pratica oltre la logica dell’evento, e coinvolgere in futuro ulteriori artisti. La mostra si integrerà così con workshop, presentazioni, incontri, contaminazioni...

Al centro restano però le proposte artistiche di questi "Cantieri dell'Immaginario": da un lato le smorfie plastiche di una generazione d'adulti impossibilitata a crescere di Monika Natalia Mazur, che introietta in maschere umane insieme nevrotiche e giocose il disorientamento di un'età di crisi, dall'altro l'inquieta ricerca di libertà artistica ed espressiva di Ewa Koj e Maria Porro.

Simona Mostrato, fiera delle proprie origini vulcaniche, con la sua sensibilità visionaria rivendica la doppia emancipazione da un mercato dell'arte omologante e maschile e dagli stereotipi di genere. La realtà metropolitana troppo complessa e stratificata, colma di immagini ed informazioni, viene sintetizzata e ricomposta, nelle opere di Vincenzo Del Vecchio, tramite geometrie esatte e giochi di pieni e vuoti cui fanno da contraltare gli incredibili paesaggi astratti e labirintici di Tommaso Moscarelli. Marco Chiuchiarelli, infine, ricercatore delle tecniche pittoriche antiche, ritorna nelle botteghe del '400 e '500 per riportare nelle immagini della modernità la forza della carne e del sangue zampillante insieme ad una visione alchemica dell'arte e della vita stessa.

Chi è Nicola Angrisano
Nicola Angrisano irrompe nel mediascape un giorno imprecisato del 2003. Figura fantasmatica e misteriosa si fa promotore di iniziative di guerriglia comunicativa per la liberazione dell'infosfera.Le sue modalità sono situazioniste, il suo terreno d'azione è l'etere napoletano; nel 2004, insieme ad un gruppo di mediattivisti, accende il primo trasmettitore da un tetto di Forcella: è un segnale che disturba, che crea increspature sulla superficie monotona e liscia del panorama mediatico. Nasce così insutv, prima telestreet pirata e no-profit della città di Napoli. Surfando sulle onde non sempre benevole della comunicazione, Nicola Angrisano frequenta i sobborghi della città e le sue vite subalterne alla ricerca di narrazioni altre. Nella convinzione che il movimento critico delle immagini possa aiutare a immaginare il cambiamento. Questa è la prima volta che ha a che fare con dei pittori. Stiamo a vedere come andrà a finire....

Inaugurazione martedì 29 luglio 2014, dalle ore 18

PAN - Palazzo delle Arti Napoli
Palazzo Roccella (via dei Mille 60)
Orari: dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 19.30; domenica dalle ore 9.30 alle 14.30. Martedì sono chiuse le sale espositive del I e del II piano
Ingresso libero



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5/8/2014

Un'Opera per il Castello 2014

Castel Sant'Elmo, Napoli

Lo spazio della comunicazione. Connessioni e condivisione. Bando della quarta edizione del Concorso nazionale dedicato ai giovani artisti, per selezionare un progetto artistico ideato per gli spazi espositivi.


 

comunicato stampa

Da lunedì 14 luglio 2014 è on line il bando della quarta edizione del Concorso nazionale Un’Opera per il Castello, dedicato ai giovani artisti, per selezionare un progetto artistico ideato per Castel Sant’Elmo di Napoli. Il tema di quest’anno è dedicato alla comunicazione: Lo spazio della comunicazione. Connessioni e condivisione.

Castel Sant’Elmo rivolge un invito agli artisti a presentare un’opera o un progetto in cui centrale è il tema dell’arte come comunicazione, connessione e condivisione di idee, di riflessioni, di stati d’animo. Stabilire una relazione tra i fruitori, la creazione artistica e il Castello è la sfida che viene rivolta quest’anno ai partecipanti. L’arte è da sempre veicolo di conoscenza e di emozioni e il Castello per la sua storia passata e per la sua posizione predominate rispetto al centro urbano, ma allo stesso tempo visibile da ogni parte della città, può rivelarsi il luogo quanto mai adatto per accogliere azioni, gesti, segni che invitino il pubblico a partecipare, a connettersi e a condividere il progetto artistico.

La partecipazione, libera e gratuita, si perfeziona con l’iscrizione e l’invio del materiale online al sito web del concorso: www.polonapoli-projects.beniculturali.it , entro il 14 novembre 2014. Possono partecipare gli artisti di nazionalità italiana o straniera che operano stabilmente sul territorio italiano, di età compresa tra i 21 anni e i 36 anni -singolarmente o in gruppo- che possono aver svolto la loro formazione presso istituti italiani e stranieri ed esposto preferibilmente in una galleria, centro culturale, fondazione, istituzione museale pubblica o privata verificabile e riconosciuta come tale. I progetti dovranno essere inediti, il vincitore riceverà un premio di 10mila euro, comprensivo della realizzazione dell’opera\progetto.

Il concorso promosso dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta è stato reso possibile grazie alla collaborazione e il sostegno del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee- Servizio V, nell’ambito del Piano Arte Contemporanea;

Il concorso Un’Opera per il Castello si inserisce nella politica di valorizzazione e divulgazione dell’arte contemporanea che la Soprintendenza del Polo Museale svolge da anni nei musei napoletani. In particolare, Castel Sant’Elmo ha avuto un ruolo fondamentale per la diffusione della conoscenza del linguaggio artistico contemporaneo attraverso la realizzazione di numerosi eventi espositivi e manifestazioni, divenendo luogo di ricerche e sperimentazioni e sede di numerose opere realizzate site specific .

La vocazione al contemporaneo si è consolidata con l’apertura, nel marzo del 2010, della sezione museale Novecento a Napoli (1910 -1980) per un museo in progress, dedicata agli accadimenti storico-artistici nella città e alla costante relazione di questi con lo svolgersi dei movimenti e delle poetiche di riferimento nazionale, dal Futurismo al 1980, quando la città è al centro del panorama artistico internazionale. Nel futuro del museo, che si definisce non a caso in progress, è prevista non solo l’acquisizione di nuove opere d’arte e l’ampliamento dei suoi confini cronologici e tematici, ma anche un confronto continuo sia con la storia del Novecento che con il vasto e variegato panorama delle esperienze creative attuali.

La giuria, che sarà nominata dopo la scadenza dei termini di consegna delle domande, sarà composta da storici dell’arte, professori universitari e dell’Accademia di Belle Arti, galleristi, curatori, esperti del settore e rappresentanti di realtà che interagiscono con le giovani generazioni di artisti, oltre che da un rappresentante della Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee.

E’ prevista, inoltre, l’organizzazione di un evento espositivo finale nel quale sarà presentato il lavoro artistico vincitore, con la possibilità di una mostra dei primi dieci progetti selezionati e un catalogo che documenterà le biografie degli artisti finalisti e i loro lavori. L’opera vincitrice verrà acquisita dalla Soprintendenza ed entrerà a far parte della collezione permanente di Castel Sant’Elmo.

Il concorso si avvale del sostegno di Metropolitana di Napoli, Italcoat, Seda e Istituto Banco di Napoli;
Castel Sant’Elmo è uno dei musei associati all’ AMACI - Associazione Musei d'Arte Contemporanea Italiani.
Supporto tecnico- organizzativo di Civita.

In occasione della terza edizione, nel 2013, la giuria ha premiato due progetti vincitori ex aequo che saranno presentati a Castel Sant’Elmo a settembre:
Le Jardin del collettivo franco-italiano composto da Romain Conduzorgues, Baptiste Furic, Jule Messau (associazione Bellastock) Giulia Beretta, Francesca Borrelli, Francesco Cianciulli, Carolina Rossi ;
My dreams, they'll never surrender di Gian Maria Tosatti,

Informazioni
sspsae-na.santelmo@beniculturali.it, www.polonapoli-projects.beniculturali.it



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24/7/2014

Marco Nereo Rotelli

Hotel Palazzo Avino, Ravello (SA)

There is a place where...La mostra e' l'interpretazione 'dell'anima' del luogo. I lavori sono caratterizzati da una continua ricerca sulla parola e sulla luce.


 

comunicato stampa

a cura di Bruno Mansi e Ravello Contemporanea

Giovedì 24 luglio, alle ore 19,00, presso il Caffè dell’Arte di Palazzo Avino a Ravello, sarà inaugurata la mostra di Marco Nereo Rotelli, dall’accattivante titolo “There is a place where…”, con la direzione artistica dell’art promoter Bruno Mansi e l’organizazione dell’Archivio Ravello Contemporanea.

La personale presenta un’ampia selezione di opere che l’artista ha dedicato a Palazzo Avino. “Difficile immaginare come un luogo della memoria, del proprio cammino, del proprio vissuto possa d’un tratto vestirsi di luce nuova, - afferma la ‘signora di casa’, Mariella Avino, nell’introduzione del catalogo. Ecco apparire un diverso angolo, un’interpretazione inesplorata di uno scorcio consueto, un nuovo percorso, un inatteso gioco di luci, un colore improvvisamente unico del cielo, del mare, del tutto. Non si conoscono mai veramente i luoghi o forse non è facile conoscerli veramente. Pensavo di conoscerti Palazzo, e invece, non sapevo che i tuoi volti più magici li avrei scoperti grazie ad un incontro con l’Arte”.

Questo progetto è l’interpretazione dell’anima del luogo e le opere di Marco Nereo Rotelli sono delle istantanee, fulminee interpretazioni della magia del luogo. L’azzurro nelle sue varie forme, fluttuazioni, mutazioni. Ciascuna opera ‘si affaccia’ al mare, al cielo, alla terra e ne dà la sua unica, irripetibile versione riflessa. Qui è evidente la continua ricerca sulla parola, sulla luce e su antichi linguaggi perduti che Marco Nereo Rotelli persegue da anni. E la mostra a Palazzo Avino e' in questo senso esemplare, perché l’artista veneziano 'usa il luogo' come referente concettuale per dare vita allo splendore nello splendore. La luce rimbalza tra cose, si fa pittura e scultura, si fa materia, come nella scultura ‘Love' che racchiude, nella parola scritta, il senso del cullare l’amore. Luce da luce potremmo dire, nei quadri blu dove il colore e' usato con un sapiente senso della profondità, donando parole gloriose, che emergono dal magma della vita per incantamento. Ecco gli antichi linguaggi Rapa Nui e codici segreti della visione. La parola collassata, che rimbalza da uno schermo all’altro; la parola a cui e' tolto ogni pathos, ritorna gloriosa nella grande Poesía dei luoghi e dell’arte. Questo esprime Rotelli in un luogo assolutamente dedito alla visione, un hotel dove mettersi ‘in punta di piedi’, perché qui l’orizzonte sembra percepibile oltre il percepibile.

“Il mio scopo è mettere il pubblico in uno stato mentale così elastico da farlo sollevare sulla punta dei piedi, - dice l’artista -, lo spettatore entra nel vivo della parola come visione, come dimensione dello stupore, legge la parola gloriosa come materia pulsante, che in modo essenziale, coinciso, rifugge dalla sistematicità a favore dell’estemporaneità”. Concetti questi, raccolti senza concettuali ami, nel bellissimo racconto di Paolo di Stefano, che ci conduce in un viaggio ricco di sentimento e privo di sentimentalismi, accompagnato dalle splendide foto della fotografa brasiliana Monica Silva. E infatti, il vernissage della mostra, sarà anche l’occasione per la presentazione del ricco catalogo, che raccoglie i testi di Mariella Avino e Luigi Buonocore, il racconto di Paolo di Stefano e le fotografie di Monica Silva.

Ufficio stampa
EvArt Comunicazione di Giovanna dell’Isola tel. 3393017395

Inaugurazione 24 luglio alle 19

Palazzo Avino, Caffè dell’Arte,
via san Giovanni del Toro - Ravello (SA).
Orario: 10 – 13 e 18 - 22,30.
Ingresso libero.



Messaggio di Gino il venerdì 5 settembre 2014 alle 08:56   -  forum administrator-  forum moderator
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mimmoscognamiglio

artecontemporanea 


presenta: 

 

Metaphysical

a cura di James Putnam 

 

Rina Banerjee, Paul Benney, Adam Fuss, Gonkar Gyatso, Michael Joo, Jason Martin, Chiharu Shiota, Kiki Smith

  

Opening: 16 Settembre 2014 -  h 18:00

Period: 17 Settembre - 30 Dicembre 2014

 

Via Privata Giovanni Ventura, 6 (entrata da Via Massimiano, 27) - Milano, Italia

Martedì - Sabato / 15:00 - 19:00 


Il sublime e lo spirituale, fondamentali per la nostra sensibilità umana, tendono ad avere un significato marginale nel mercato dell’arte contemporanea, che sempre più si preoccupa dei valori materiali. Anche il carattere ironico di molta arte contemporanea è diametricalmente opposto all’impulso spirituale.

Metaphysical è una mostra di opere di otto differenti artisti contemporanei che mira a trasmettere un’esperienza che trascenda la materialità con un senso astratto dello spirituale, senza alludere a nessuna specifica religione.

Metaphysical è un termine intrigante che non è facilmente definibile, ma che riguarda cose che si pensino esistano, ma che non possono essere viste, un genere di realtà che sta dietro a quanto è percepibile coi sensi. Il termine è composto da “meta-” (oltre) e “physical” (natura), suggerendo qualcosa di soprannaturale o al di fuori dell’esperienza quotidiana o della conoscenza.

Questa mostra in cui espongono artisti internazionali di spicco, comprende lavori con differenti media mirando ad esprimere questa aura del metafisico. 


RINA BANERJEE

Nasce nel 1963 a Calcutta, in India. Si diploma in Fine Arts presso la Yale University. Ad oggi, vive e lavora a Manhattan. L’esser cresciuta in contesti urbani e in comunità multiculturali e multiraziali, le ha dato spunto per la creazione di una sua visione globale, alla base di tutto il suo lavoro artistico. L’artista ama diversi materiali e oggetti come tessuti pregiati, reperti etnici, architettonici e coloniali, da lei scelti per la loro capacità di prender vita nelle sue opere. Nelle sue istallazioni multimediali vengono adoperati altri disparati oggetti e souvenir come alligatori imbalsamati, brande di legno, ossa di pesci e conchiglie che vengono incastonati in ombrelli e strutture di metallo. I suoi lavori, così riccamente elaborati, complicano il ruolo dell’oggetto in se come rappresentazione di culture diverse, in modo da sorprendere e affascinare. Servendosi di oggetti sia organici che inorganici, Rina Banerjee inventa mondi fiabeschi, eccitanti e minacciosi.“Il mio lavoro esplora specifici eventi coloniali ricreando luoghi e identità come complesse esperienze ingrovigliate e talvolta surreali”. Rina Banerjee.

PAUL BENNEY

Nasce nel 1959 a Londra, dove attualmente vive e lavora dopo un periodo di attività a New York. Negli ultimi anni, Benney ha prodotto un distinto e singolare gruppo di opere sia negli USA che in Inghilterra. Le sue opere sono esposte nelle collezioni pubbliche e private di tutto il mondo come al Metropolitan Museum di New York, alla National Gallery in Australia e alla National Portrait Gallery di Londra. Benney è considerato uno dei personaggi chiave del gruppo dei Neo-espressionisti dei primi anni ’80 dell’East Village di New York ed è noto per le sue macabre rappresentazioni raffiguranti il lato oscuro dell’anima, tema che da sempre lo ha interessato. L’artista dipinge figure dal significato estrememente mutevole, che incarnano una continua ricerca di spirituralità. Paul Benney è inoltre molto noto per la sua serie di ritratti, aventi come soggetto prominenti figure politiche e culturali. 

ADAM FUSS

Nasce nel 1961 a Londra, vive e lavora a New York, città in cui si trasferisce nel 1982. Le opere di Adam Fuss sono esposte nelle collezioni permanenti dei principali musei americani come il Museum of Modern Art, il Metropolitan Museum of Art, il Whitney Museum of American Art a New York e al Museum of Modern Art di  San Francisco. Dopo l’iniziale carriera da fotografo pubblicitario, l’artista passa a prediligere le tecniche più originarie della fotografia, come il fotogramma e l’uso del dagherrotipo, sulle impronte di Man Ray e Làszlò Moholy-Nagy. I suoi lavori includono fotogrammi di gocce d’acqua, fumi, fiori, serpenti, vestaglie battesimali e uccelli catturati mentre volano, per creare immagini evocative ed enigmatiche che esplorino il mistero, la complessità e la caducità della vita.

GONKAR GYATSO

Nasce nel 1961 a Lhasa, in Tibet. Si trasferisce a Londra negli anni ’90 e studia alla Chelsea School of Art and Design. Ancora oggi vive e lavora a Londra. Gyatso è uno dei più importanti artisti contemporanei tibetani. I suoi lavori sono stati esposti in gallerie e musei di tutto il mondo, tra cui il Boston Museum of Fine Arts, il Museum of Art di Tel Aviv e la Chinese National Art Gallery di Pechino. Nel 2009, Gonkar Gyatso partecipa alla 53° Edizione della Biennale d'Arte di Venezia. L’artista è noto soprattutto per l’uso di immagini e icone pop racchiuse all’interno della forma del Buddha, oppure sculture di Buddha completamente ricoperte da adesivi che rappresentano personaggi di popolari cartoni animati, pubblicità e riviste. Gli adesivi che Gyatso colleziona rappresentano per lui una forma culturale, così come tutti i tipi di media che ispirano il suo lavoro. Le sue opere hanno spesso a che fare con la satira politica e rappresentano una esplicita presa di posizione nei confronti della cultura di massa del XXI secolo. “Come l’identità della mia patria non può separare la religione dalla politica, così la mia sensibilità è stata modellata dall’innegabile legame tra i due". Gonkar Gyatso

MICHEAL JOO

Nasce nel 1966 ad Ithaca, negli USA. Studia alla Washington University e alla scuola d’arte di Yale. Vive e lavora a New York. I lavori di Joo sono stati acquisiti da numerose collezioni pubbliche e private, tra cui quelle del FNAC di Parigi, del Guggenheim, del Museum of Modern Art e del Whitney Museum of American Art di New York. L’artista crea narrazioni che esplorano luoghi, persone e oggetti, reinterpretandone le percezioni: perché percepiamo quello che percepiamo – scienza e religione, natura e intervento dell’uomo, verità e finzione, cultura popolare e elitaria. Il suo lavoro investiga i concetti di identità e conoscenza all’interno di un ibrido mondo contemporaneo, attraverso una varietà di mezzi come video, sculture, istallazioni di ogni materiale dal bamboo al sudore umano, dai disegni alle stampe. In tal modo, sembra che l’artista provi a raggiungere permanentemente l’irraggiungibile: farci vedere un oggetto nella sua vita reale che è a malapena concepibile nella sua integrità.

JASON MARTIN

Nasce nel 1970 presso le Isole Channel, in Gran Bretagna e studia alla Goldsmith di Londra. Attualmente vive e lavora tra Londra e Lisbona. La sua partecipazione alla mostra Sensation: Young British Artistis from the Saatchi Collection, nel 1997, sancisce il suo ingresso nello scenario artistico internazionale. Da allora l’artista ha esposto nei più importanti musei, tra cui nel 2009 alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia e ha vinto due premi, quali il Liverpool Biennial of Contemporary Art (1999) e l’European Biennial of the Visual Arts a La Spezia (2000). Jason Martin è noto per i suoi quadri monocromi. I lavori di Jason Martin oscillano tra tensione e quiete. La sua arte racchiude vitalità ed energia che danno corpo alla simultaneità tra gesto e dinamismo dell’immagine. La sua è una costante qualità che risiede nel perpetuo movimento e in una continua necessità di interrogarsi e di interrogare le infinite possibilità del dipingere. Tutto richiama il dinamismo di un “atto unico” che unisce creazione e sguardo, perfezione e osservazione.

CHIHARU SHIOTA

Nasce nel 1972 a Osaka, in Giappone. Studia Fine Arts in Giappone e poi in Germania con Marina Abramovic. Ad oggi vive e lavora a Berlino. La Shiota espone regolarmente nelle gallerie di diverse città come New York, Berlino, Zurigo, Parigi e Milano, i cui più prominenti musei ospitano in collezione permanente alcuni dei suoi lavori. L’artista è stata oggi selezionata per rappresentare il Giappone alla 56° Edizione della Biennale d'Arte di Venezia (2015), dove presenterà "The Key in the hand" a cura di Hitoshi Nakano. Chiharu Shiota fa del suo corpo lo spazio del suo intervento artistico, realizzando performance legate alla terra, al passato e alla memoria. E’ inoltre ben conosciuta per le sue installazioni realizzate principalmente con finestre rotte, valigie, vecchi vestiti, scarpe o con fili che avvolgono e intrappolano gli oggetti più disparati. Se questi oggetti da un lato danno vita a sensazioni inquietanti, dall’altro sprigionano ricordi del passato, accumulati dall’umanità nel corso dei tempi.

KIKI SMITH

Nasce nel 1954 a Norimberga, in Germania. Dal 1976 vive e lavora a New York. L’artista ha esposto nei più prestigiosi musei americani come nei newyorkesi Museum of Modern Art, Whitney Museum of American Art, Solomon R. Guggenheim Museum, Metropolitan Museum of Art e al Museum of Contemporary Art di Los Angeles.  L’attenzione della Smith è rivolta ad una pluralità di temi, alcuni dei quali derivano dalla sua biografia. Il tema centrale del suo operato è la corporalità umana, in particolare quella femminile. Il corpo della donna diventa un campo di battaglia per ideologie politiche e sociali. Accanto ai motivi della mortalità e della decadenza si accostano quelli della nascita e della riproduzione. Un altro soggetto è il regno animale, specialmente la vulnerabilità dei volatili e la ferocia dei lupi che evoca la condzione umana. Kiki Smith è nota principalmente per le sue sculture, ma anche per le stampe e le incisioni:“Le stampe imitano ciò che noi siamo come uomini: siamo tutti uguali ma ognuno di noi è diverso. Io penso che ci sia un potere spirtiuale nella ripetizione, un senso devozionale, come dire il rosario”. Kiki Smith, 1998.


Mimmo Scognamiglio artecontemporanea
Via Giovanni Ventura, 6 - 20134 Milano - Italy
Tel. +390236526809 - Fax +390236595527
Orari galleria: martedì-sabato 15.00-19.00
www.mimmoscognamiglio.commilano@mimmoscognamiglio.com


Messaggio di Gino il giovedì 11 settembre 2014 alle 16:54   -  forum administrator-  forum moderator
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11/9/2014

Bianca Baldi - Ani Schulze

Museo Apparente, Napoli

Poltroneria. "Pigrizia (Sloth) e' uno dei sette peccati capitali, liberamente tradotto in Poltroneria si estende ad altri termini, arricchendosi di maggiori sfumature".


 

comunicato stampa

----- english below

Poltroneria è una esposizione in collaborazione di Bianca Baldi e Ani Schulze.

Bianca Baldi (nata nel 1985 a Johannesburg, vive e lavora a Francoforte) e Ani Schulze (nata nel 1982 a Frankenberg, vive e lavora a Francoforte).

Pigrizia (Sloth) è uno dei sette peccati capitali, liberamente tradotto in Poltroneria si estende ad altri termini, arricchendosi di maggiori sfumature. Potrebbe anche tradursi in ozio, ma nell'esserlo piuttosto che nel farlo; essere, a volte, è sufficiente.
Negotium rappresenta, invece, la negazione di Otium - la parola negozio è infatti luogo deputato al commercio. Ecco perché, il piacere piuttosto che il lavoro è l'orizzonte. Questa relazione al lavoro è spesso espressa da un punto di vista opposto dove è il lavoro stesso ad essere il traguardo.

Si dice che le formiche muoiano dallo sfinimento, mentre il bradipo (Sloth) spende fino a 20 ore di sonno e lei è spesso troppo depressa per fare qualsiasi cosa; mangiare, fare sesso o semplicemente scendere dall'albero. Uno degli elementi della mostra prende forma da una sceneggiatura cinematografica che riunisce gli attori in una calda notte d'estate. E' Hanna che accoglie e ospita questa bella serata e lei che imposta la scena e consente lo svolgersi delle azioni.

----- english

Bianca Baldi (b.1985 Johannesburg lives and works in Frankfurt am Main) and Ani Schulze (b. 1982 Frankenberg lives and works in Frankfurt am Main).

Poltroneria is loosely translated to sloth and listed as one of the seven deadly sins however this meaning spans many different terms giving it various nuances. It could also be translated to otium, a being rather than a doing. Being is often enough. Negotium is a negation of otium- the word for shop, negozio, still is one site of trade. That is, leisure rather than work is the horizon. Glasses Half Full. This relationship to work is often expressed from an opposite standpoint where work is the horizon instead. Ants are said to die of exhaustion, while the sloth spends up to twenty hours in slumber she is often too depressed to do anything; to eat, to f**k to move down from the tree.

In the exhibition, using the grammar of film the artists create a physical film, a time line based on a script which is presented in the Rivista Apparente, a publication project of The Museo Apparente.
This film script brings together fragments by; Marco Balesteros, Leda Bourgogne, Clare Butcher, Agatha Gothe-Snape, Martin Kohout, Inger Wold Lund, Aki Nagasaka, Ambra Pittoni, André Sousa, André Tavares and Pedro Bandeira with texts by Anna Goetz and Marijana Schneider. Poltroneria, fragments towards a film-script is the basis from which the artists look at the notion of ozium,

Inaugurazione 11 settembre

Museo Apparente
vico Santa Maria Apparente, 17 Napoli
lunedì 15-19 o su appuntamento
ingresso libero



Messaggio di Gino il venerdì 12 settembre 2014 alle 08:55   -  forum administrator-  forum moderator
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12/9/2014

Due mostre

Galleria Alfonso Artiaco, Napoli

Rita McBride propone 'Pattern e Decoration', una serie di 'templates' in acciaio e ottone che indagano il rapporto tra modernismo e artigianato. Per la sua personale 'Assioma della memoria', Lello Lopez presenta tre opere su tela di grande dimensione ed una scultura in legno, rame e fiori.


 

comunicato stampa

Rita McBride – PATTERN AND DECORATION

La Galleria Alfonso Artiaco è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra personale di Rita McBride, venerdì 12 settembre 2014 alle ore 19,00, in presenza dell’artista.

Dopo le mostre del 2007 e del 2010 Rita McBride torna alla galleria Alfonso Artiaco proponendo “Pattern e Decoration”. L’artista americana crea una serie di ‘templates’ in acciaio e ottone che indagano il rapporto tra modernismo e artigianato. I ‘templates’ di Rita McBride sono strumenti per il riconoscimento dello schema ricorrente, decodificano la complessità e il proliferare delle immagini: immagini di idee, immagini di immagini, idee di idee. Le nuove opere di Rita McBride si basano su forme iconiche popolari utilizzate nel decoupage, nel patchwork, per la carta da parati da ornamento e per la tessitura, ma sono trasformate per deviare la griglia modernista, sollevando la sua logica ma contestualmente negandone il riduttivismo. Rita McBride indaga attraverso queste opere il suo idealismo sulla decorazione, presentando una netta scissione dalla "rigorosa istruzione" del minimalismo riduttivo, e sfidando la gerarchia che pone l’arte ‘figurativa’ sopra le arti applicate. In questa mostra 'Pattern e Decoration' si esamina, inoltre, l'eredità e le influenze nel lavoro dell’artista del determinante movimento degli anni ‘70 che porta lo stesso nome della mostra.

Rita McBride, nata nel 1960 a Des Moines nell’Iowa è nota sia in Europa sia negli Stati Uniti per il suo lavoro che tende a muoversi tra minimalismo, design industrial e architettura modernista. Nelle sue sculture e installazioni Rita McBride esplora infatti gli spazi pubblici e architetture giocando con dimensioni e materiali per trasformare il familiare in inaspettato. Basandosi sul linguaggio visivo della scultura minimalista e dell’architettura modernista, McBride vi allude contemporaneamente, e sovverte le loro aspirazioni utopiche e le nozioni di progresso tecnologico industriale. Nel 2011, ha completato Mae West, una scultura in acciaio alta 52 metri situato sulla Effnerplatz a Monaco, tra le più grandi sculture mai costruite. McBride è attualmente direttrice della prestigiosa Kunstakademie di Düsseldorf. Il suo lavoro è stato oggetto di numerose mostre internazionali, tra le quali mostre personali in sedi come il Museu d'Art Contemporani de Barcelona (MACBA) nel 2012, la Kunsthalle di Berna nel 2008, il SculptureCenter nel 2004, e la Wiener Secession nel 2000... Ha inoltre partecipato a mostre collettive in istituzioni come il Witte de With di Rotterdam, il Moderna Museet di Stoccolma, il MoMA PS1, l’Istituto di Boston di Arte Contemporanea, il New Museum, e la Tate Modern.

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Lello Lopez – ASSIOMA DELLA MEMORIA

La Galleria Alfonso Artiaco è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra personale di Lello Lopez, venerdì 12 settembre 2014 alle ore 19,00, in presenza dell’artista.

Assioma della memoria è il titolo della seconda mostra di Lello Lopez (la prima nel 2011) per la galleria Alfonso Artiaco. In questa nuova occasione saranno presentate quattro nuove opere: tre opere su tela di grande dimensione ed una scultura in legno, rame e fiori.

“L’assioma è una verità evidente non dimostrabile.
La memoria è una verità potente che spinge a rifettere sulla realtà, suggerisce defnizioni di se e sulla responsabilità del rapporto con l’altro.
Nella memoria sono presenti le tracce delle iniziali interazioni con l’ambiente e Il formarsi della qualità emotiva dell’esperienza.
“Assioma della Memoria” nasce da queste rifessioni.
Le immagini disconnesse e frammentate procedono senza l’aiuto delle parole verso le regioni della logica nell’eccitazione dell’analisi si compongono in una scacchiera disegnata dalla mente.
Il nucleo centrale della mostra è costituito da immagini su tela di grandi dimensioni realizzate con sistemi di stampa digitale e dipinte con colori acrilici.” (Lello Lopez)

Il concetto caro all’artista di “frequentazione”, inteso come relazione tra presenza e opera d’arte, caratterizzante della sua ricerca, ha subito un’evoluzione concettuale e formale dagli anni otta/novanta ad oggi.
Le sculture/strutture, che realizzava agli esordi della sua carriera, venivano “frequentate” dallo spettatore: “si girava intorno ad esse e si guardava al loro interno” (da Intervista a Gabriele Perretta) . Da una formazione strettamente scultorea, Lello Lopez si distacca, senza abbandonarla, per abbracciare il lavoro sulla tela. Il risultato di quegli anni diviene una “superficie installata” “strutturavo la superficie del quadro con forme geometriche di rame [...]. Mettendo insieme l’installazione simbolica a parete con la scultura che “frequentava” lo spazio”.
L’attenzione verso il concetto di interazione tra presenza e opera si modifica fino ad arrivare alla mostra a Palazzo Reale di Napoli nel 2005 “Storie” dove sperimenta il racconto. Fu presentata una raccolta di lavori nati dal connubio tra foto digitale, nuovo elemento formale, e dipinto raffiguranti persone della realtà quotidiana dell’artista che hanno scelto di raccontare il loro vissuto e metterlo a servizio dello stesso. Da questa esperienza nasce l’interesse per il ‘sociale’ “che non è più il sociale della scultura tale per la sua ambientazione, la sua collocazione nello spazio; ma è il sociale che nasce dal confronto con delle storie che effettivamente nel loro racconto, nel loro svolgimento, nella loro narrazione ci consegnano delle vite, delle esistenze.”

“In questo modo, un po’ come facevano gli ‘iperrealisti’ che ingrandendo a dismisura i particolari, trasformavano il realismo in astrazione, [Lello Lopez] espandendo la realtà oggettivizza a tal punto che astrae.“ (Gabriele Perretta)

Immagine: lello lopez - untitled - 2013 - collage on photo - cm 24,5 x 34,5

Inaugurazione alla presenza degli artisti: 12 Settembre 2014, ore 19.00

ALFONSO ARTIACO
Palazzo De Sangro - Piazzetta Nilo n° 7 cap 80134 Napoli
Opening Hours
From October to May
Monday - Saturday 10am / 8pm
From June to September
Monday - Friday 10am / 8pm



Messaggio di Gino il venerdì 12 settembre 2014 alle 08:56   -  forum administrator-  forum moderator
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12/9/2014

La scrittura visuale

Museo Hermann Nitsch - Fondazione Morra, Napoli

La scrittura totale. Ampio programma di mostre e incontri che indaga la storia della poesia visuale fra Napoli, Genova, Milano, Firenze, Roma. Il progetto comprende una sezione riservata ai giovani artisti a cura di Eva Fabbris e Gigiotto del Vecchio.


 

comunicato stampa

a cura di Giuseppe Morra

La scrittura visuale/La scrittura totale

L’esplorazione della produzione artistica più recente, ancora discussa, non del tutto sedimentata, la ricerca dell’arte sperimentale più avanzata e il sostegno alle pratiche, ai discorsi e alle narrazioni dell’arte contemporanea: è tutto questo Progetto XXI della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee che, quest’anno, si arricchisce di una nuova collaborazione, con la Fondazione Morra/Museo Nitsch.

La scrittura visuale/La parola totale, ampio programma di mostre e incontri, a cura di Giuseppe Morra, che si inaugura il 12 settembre e proseguirà fino al 15 gennaio 2015, indagando la storia della poesia visuale fra Napoli, Genova, Milano, Firenze, Roma. Il progetto comprende una sezione riservata ai giovani artisti, PRE POST ALPHABET, a cura di Eva Fabbris e Gigiotto del Vecchio, concepita come avvicinamento tra le opere degli iniziatori e delle figure cardine della poesia visiva e il modo di operare di alcuni artisti di generazioni successive.

La giornata inaugurale di La scrittura visuale/La parola totale, il 12 settembre, inizia alle ore 17:30, presso il Belvedere del Museo Nitsch (vico Lungo Pontecorvo 9 – Napoli): con i curatori saranno presenti all’inaugurazione anche Pierpaolo Forte, presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, e Andrea Viliani, direttore del Museo MADRE.

Nello stesso giorno (ore 18:30) sarà presentato il libro monografico “Arrigo Lora Totino” a cura di Renato Barilli e Pasquale Fameli. In Biblioteca (ore 20:00) seguono tre eventi: l’esposizione del manoscritto Le Filtre L’Alphabet et l’€ di Henri Chopin, la mostra retrospettiva di Arrigo Lora Totino e la mostra dedicata ai documenti, lavori audiovisivi e opere di scrittura visuale internazionale, che comprende i seguenti artisti: Alain Arias-Misson, Julien Blaine, Jean François Bory, Carlo Belloli, Jiří Kolář, Jackson Mac Low, Franz Mon, Anna e Martino Oberto, Adriano Spatola. E ancora John Cage, Paul De Vree, Heinz Gappmayr, Bernard Heidsieck, Gerhard Rühm e Luca Maria Patella (opera permanente).

A conclusione della giornata, per lo spazio PRE POST ALPHABET: Karl Holmqvist e Natalie Häusler (Sala Conferenze, dalle ore 21:00).

La scrittura visuale/La parola totale è un evento esemplare perché salda rigore metodologico, originalità critica e capacità di coinvolgere il pubblico attraverso studi che analizzano le poetiche visuali dal punto di vista sia storico che delle ricerche artistiche di questi ultimi anni, per delinearne prospettive e sviluppi futuri. “Il senso della mostra, scandita lungo un ampio arco temporale e geografico, capace di riscrivere, agitandole, le stabili coordinate del tempo e dello spazio” - scrivono Giuseppe Morra e Loredana Troise – “non va rintracciato nelle singole opere, quanto nel gusto collettivo e universale delle possibilità espressive impiegate; intense e intessute di segni e linguaggi differenti, le parole/immagini confluiscono e si confondono tra desideri, interessi e passioni, prendono corpo e si distaccano dal testo classico e si fondono in un nuovo contesto, espandendo il proprio potere. La forza di questa impostazione risiede nella peculiarità di una pluralità di situazioni che raccontano l'eclettismo degli artisti della poesia visiva, le loro affascinanti personalità, la loro produzione di cui si avvertono, sottesi, tracce, suggestioni e fascini inediti. Il movimento della Scrittura Visuale, opponendosi alla massificazione culturale, ha attivato nel pubblico la capacità critica, nella reinvenzione e liberazione della parola scritta, di opporsi al conformismo che indugiava esclusivamente sulla parola o sul segno privo di significato”.

La scrittura visuale/La parola totale, da settembre 2014 proseguirà fino a gennaio 2015 seguendo geograficamente i luoghi dove le espressioni poetiche visuali si sono sentite con maggiore specificità nel nostro paese (Napoli, Roma, Firenze, Genova Milano), e proponendo molteplici livelli di interpretazione: quello della documentazione, cui alludono i materiali cartacei, pubblicazioni, libri oggetto, poemi visivi, disegni, fotografie, scritture, periodici, cataloghi, riviste; quello delle risonanze sincopate nella sezione dedicata al cinema, al video, alle partiture sonore e alla performance teatrale, a cui fa seguito l'ambito critico che si fa carico di un impegno epistemologico volto alla divulgazione, attraverso presentazione di libri, convegni e conferenze animate da artisti, storici ed esperti.

Questo il calendario delle mostre e degli incontri successivi a quelli inaugurati il 12 settembre, sempre presso il Museo Nitsch (vico Lungo Pontecorvo 9 – Napoli):
31 ottobre – 30 novembre 2014 - Poesia Visuale a Napoli
Venerdì 31 ottobre ore 17:00, Sala conferenze. Interverranno Achille Bonito Oliva, Andrea Cortellessa, Lorenzo Mango, Angelo Trimarco.
Alle ore 18:30, Sala conferenze presentazione del libro di Emilio Villa L’opera poetica a cura di Cecilia Bello Minciacchi.
Ore 19:00 Biblioteca. Le stanze: Luciano Caruso, Luigi Castellano (LUCA), Stelio Maria Martini. Opere di Achille Bonito Oliva
Ore 20:30 Sala conferenze. Spazio: PRE POST ALPHABET. Lupo Borgonovo Duets for Monkeys
Sabato 1 novembre 2014 ore 17:00 Sala Conferenze. Interverranno: Andrea Cortellessa, Aldo Tagliaferri
Le stanze: omaggio a Emilio Villa. In occasione del centenario della sua nascita a cura di Andrea Tomasetig

Ore 21:00 Sala Conferenze. Spazio: PRE POST ALPHABET Vincenzo Latronico
e Micheal Dean

5 dicembre 2014 – 15 dicembre 2014 - Poesia visuale a Genova e Milano
Venerdì 5 dicembre ore 17:00 Biblioteca e Sala conferenze. Interverranno Nanni Balestrini, Matteo D’Ambrosio, Stefania Zuliani
Le stanze Milano: Ugo Carrega, Vincenzo Ferrari, Emilio Isgrò, con omaggio a Nanni Balestrini.
Le stanze Genova: Ugo Carrega, Luigi Tola, Rodolfo Vitone, con omaggio a Corrado D’Ottavi
Ore 20:00 Sala conferenze.Spazio: PRE POST ALPHABET Anna Franceschini
Venerdì 12 dicembre 2014 ore 20:00 Sala conferenze. Domenico Mennillo / lunGrabbe Poema Visivo 1976. Performance da un testo di Corrado D’Ottavi.

18 dicembre 2014 – 15 gennaio 2015 - Poesia visuale a Firenze e Roma
Giovedì 18 dicembre ore 17:00 Biblioteca. Interverranno Lorenzo Mango, Loredana Troise e Stefania Zuliani.
Le Stanze Firenze: Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti, Giuseppe Chiari. Omaggio a Sarenco
Le stanze Roma: Tomaso Binga, Giovanni Fontana, Mirella Bentivoglio, Luca Maria Patella. Omaggio a Adriano Spatola e Corrado Costa
Ore 19:30 Sala conferenze Giovanni Fontana Parole in libertà (Balla, Cangiullo, Depero, Marinetti)
Vocalità e scrittura (Corrado Costa, Arrigo Lora Totino, Adriano Spatola, Emilio Villa, Giovanni Fontana)
Venerdì 19 dicembre 2014 ore 17:00 Biblioteca e Sala conferenze. Presentazione del libro Tomaso Binga Scritture Viventi a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani. Interverrà Angelo Trimarco
Ore 19:30 Sala conferenze Giovanni Fontana Poésie Sonore (Henri Chopin, François Dufrene, Pierre & Ilse Garnier, Bernard Heidsieck)
Concretismo internazionale (Haroldo De Campos, Vaclav Havel, Bohumila Grogerova e Josef Hirsal, Decio Pignatari)
Ore 22:00 Biblioteca. Spazio: PRE POST ALPHABET Andrea Romano e Diego Tonus.
Giovedì 15 gennaio 2015 ore 17:00 Sala conferenze. Presentazione del libro Un male incontenibile. Sylvano Bussotti artista senza confini (ed. Bietti) di Luigi Esposito. Interverranno Luigi Esposito, Daniele Lombardi, Giuseppe Morra e Andrea Viliani.
Ore 19:00 Sala Conferenze. SUONO SEGNO GESTO A FIRENZE. Daniele Lombardi (Pianoforte)
Sylvano Bussotti Novelletta (1973) Preludio Pianolibero Futuro (2003)
Giuseppe Chiari Intervalli 1 (1950), Intervalli n.2 “Do” (1950), MpDL (1997), MpDL2 (1998), MpDL8 (1998)
Daniele Lombardi Visualizzazione 1 (1973), Mitologie 4 (2002)
Cosa può fare un pianista contro le guerre?

Inaugurazione 12 settembre alle 17.30

Museo Hermann Nitsch - Fondazione Morra
vico Lungo Pontecorvo, 29/d Napoli Campania Italia.
Orario: dal lunedì al venerdì: 10.00 - 19.00
sabato: 10.00 - 14.00
Biglietto: Intero 10 euro, ridotto 5 euro



Messaggio di Gino il venerdì 12 settembre 2014 alle 08:57   -  forum administrator-  forum moderator
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Napoli - dal 12 settembre al 31 ottobre 2014
Lello Lopez - Assioma della Memoria


 [Vedi la foto originale]
ALFONSO ARTIACO - PROJECT SPACE
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Exibart.alert - tieni d'occhio questa sede
Piazzetta Nilo 7 (80134)
+39 0814976072 , +39 08119360164 (fax)
info@alfonsoartiaco.com
www.alfonsoartiaco.com
individua sulla mappa Exisat
individua sullo stradario MapQuest
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Eventi in corso nei dintorni

Assioma della memoria è il titolo della seconda mostra di Lello Lopez (la prima nel 2011) per la galleria Alfonso Artiaco. In questa nuova occasione saranno presentate quattro nuove opere: tre opere su tela di grande dimensione ed una scultura in legno, rame e fiori.
orario: lundeì - venerdì ore 10-20; da Ottobre lunedì - sabato ore 10-20
(possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: free admittance
vernissage: 12 settembre 2014. ore 19
autori: Lello Lopez
genere: arte contemporanea, personale


Messaggio di Gino il venerdì 12 settembre 2014 alle 08:58   -  forum administrator-  forum moderator
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Napoli - dal 12 al 28 settembre 2014
Ars Divinae

autore: Nicholas Tolosa
titolo: Gli occhi dell' Africa
tecnica: acrilico su tela
dimensioni: 20 x 20 cm
anno: 2010
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CENTRO CULTURALE TECLA
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Via Toledo 424 (80134)
+39 , +39 (fax), +39
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Eventi in corso nei dintorni

Il titolo rimanda a un doppio significato: l’ arte intesa come attività che trae origine da un’ ispirazione geniale, quindi partorita in un momento specifico dell’ esistenza da un individuo, momento irripetibile per la sua particolarità e grandezza nel momento in cui si materializza l’ idea...
orario: 11-13 e 17-19
(possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: free admittance
vernissage: 12 settembre 2014. 18.00
catalogo: in galleria. a cura di Nicholas Tolosa
curatori: Roberto Esposito, Nicholas Tolosa
autori: Maria Grazia Algisi, Alberto Allamprese, Chiara Bignardi, Roberto Esposito, Fabrizio Giuranna, Giuseppa Matraxia, Maria Migheli, Stefania Presta, Alfredo Sposito, Nicholas Tolosa
patrocini: Centro Culturale TECLA
note: e-mail: accademiadeipartenopei@gmail.com
sito web: http://accademiadeipartenopei.jimdo.com
facebook: http://facebook.com/accademiadeipartenopei


Messaggio di Gino il venerdì 12 settembre 2014 alle 09:04   -  forum administrator-  forum moderator
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Messaggio di Gino il venerdì 12 settembre 2014 alle 09:05   -  forum administrator-  forum moderator
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Messaggio di Gino il mercoledì 17 settembre 2014 alle 09:15   -  forum administrator-  forum moderator
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17/9/2014

Napoli per Gabo

Palazzo delle arti di Napoli - PAN, Napoli

Una manifestazione tra Arte, musica, parole per un grande rito collettivo dedicato a Gabriel Garcia Marquez. L'invito a partecipare e' rivolto ai cittadini per creare un momento corale da dedicare allo scrittore.


 

comunicato stampa

La grande farfalla gialla che troneggia sul banner ubicato sulla facciata del Pan è un chiaro riferimento al capolavoro di Gabriel Garcia Marquez in cui si narra di Meme, una giovane ragazza che, quando si avvicina il suo innamorato, Maurizio Babilonia, viene circondata da sciami di farfalle gialle. “erano le farfalle. Meme le vide, come se fossero nate all’improvviso dalla luce, e il cuore le diede un balzo. In quel momento, entrava Maurizio Babilonia….”

Nessuno come Marquez ha creato immagini nelle sue opere e per ricordarlo l’associazione TempoLibero ha promosso un’idea di Clorinda Irace, Tony Stefanucci ed Alexandra Abbate: un rito corale rivolto a tutta la città. E’ nata così la manifestazione NAPOLI PER GABO.

Sono stati coinvolti artisti rappresentanti di diverse stagioni dell’arte napoletana, (dall’Avanguardia degli anni Sessanta alle generazioni più recenti) chiedendo loro di interpretare personaggi del noto scrittore colombiano, premio Nobel per la letteratura. Allo stesso modo, sono stati invitati attori napoletani di diverse generazioni e diverso stile chiedendo loro di leggere pagine dello scrittore e musicisti perché arricchissero l’evento con le loro note. I commenti critici sono stati affidati ad una esperta di letteratura latinoamericana, ad una scrittrice di fiabe, ad un giornalista. E al sindaco De Magistris con l’assessore alla cultura Nino Daniele, perché rappresentino l’intera città, è stato chiesto di aprire le letture dell’opera di Gabo.

L’invito a partecipare è rivolto a tutti i cittadini, di ogni età e condizione, agli studenti, agli sportivi per coinvolgerli in un momento corale da dedicare allo scrittore che ci ha lasciato: un rito collettivo per dire alla città che uomini come Marquez non ci lasceranno mai.

Sulla pagina Facebook dell’associazione TempoLibero, tutti i cittadini che vorranno esprimere un loro pensiero, una riflessione, un‘idea su Marquez potranno lasciare un commento. Gli autori dei migliori contributi saranno invitati a leggere il proprio testo durante il finissage che concluderà NAPOLI PER GABO il 28 settembre con l’esibizione del Coro della Pietrasanta diretto dal Maestro Rosario Peluso e con le letture dei soci di TempoLibero e dei cittadini che vorranno intervenire.

NAPOLI PER GABO diventerà un calendario che partirà dal 17 settembre 2014 per giungere alla fine del 2015 con le immagini delle opere in mostra e della manifestazione.

Inaugurazione 17 settembre ore 17.30

Palazzo delle arti di Napoli - PAN
via dei Mille, 60 Napoli
lun-dom 10-19. martedi chiuso
ingresso libero



Messaggio di Gino il venerdì 19 settembre 2014 alle 09:33   -  forum administrator-  forum moderator
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19/9/2014

Grazia Manfredi

Galleria Gino Ramaglia, Napoli

Ceramica. Vasi e sculture


 

sintesi del comunicato stampa

In poco piu' di venti anni fa, siamo andate, Grazia ed io, a Vietri da Carmine Carrera, un vecchio ceramista la cui famiglia, da tante generazioni, lavora la creta. Gli abbiamo chiesto di insegnarci a lavorare. Ci ha accolto semplicemente, ci ha fatto sedere davanti al tornio. Ci tornavamo ogni settimana. Ci ha trasmesso con grande pazienza e generosita' i rudimenti dell'arte. Grazia ha continuato e ha cercato il suo modo, la sua via. E' passata dai vasi, alle sculture integrando poco a poco lungo le sue innumerevoli passeggiate dalla Penisola Sorrentina, a tanti sentieri in tanti luoghi, paesi: pietre, legni, oggetti, tracce del mondo. Ha scoperto tecniche antiche, tante fino al Raku. Ha inventato: terre, ritmi, fuoco fino a 900 gradi, crine di cavallo. Ramaglia la accoglie nella sua Vetrina d'artista. Inaugurazione 19 settembre ore 19.



Messaggio di Gino il venerdì 19 settembre 2014 alle 09:34   -  forum administrator-  forum moderator
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Napoli - dal 19 al 30 settembre 2014
Grazia Manfredi - Ceramica

Grazia Manfredi per Artisti in Vetrina
 [Vedi la foto originale]
GALLERIA GINO RAMAGLIA
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Exibart.alert - tieni d'occhio questa sede
Via Broggia 9/10 (80135)
+39 0815640738
info@ginoramaglia.it
individua sulla mappa Exisat
individua sullo stradario MapQuest
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Eventi in corso nei dintorni

continua la serie Artisti in Vetrina
orario: Da Venerdì a Venerdì ore 9.00 19.00
Sabato pomeriggio chiuso
(possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: free admittance
vernissage: 19 settembre 2014. Ore 19.00
curatori: Caroline Peyron
autori: Grazia Manfredi
patrocini: Accademia di Belle Arti Napoli
genere: arte contemporanea, performance - happening, personale


Messaggio di Gino il venerdì 19 settembre 2014 alle 09:39   -  forum administrator-  forum moderator
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Stampa²


Sabato 27 settembre 2014, alle ore 16.30, in occasione dell’apertura ufficiale della stamperia dell’Atelier Controsegno, si inaugura la mostra a cura di Veronica Longo, in Via Napoli 201, Pozzuoli (Napoli). Dalle 18.30 sarà possibile assistere a dimostrazioni di stampa.

Dopo l’inaugurazione dell’Atelier Controsegno, con l’evento di respiro internazionale Numero Uno (tenutosi l'1 febbraio 2014), lo spazio artistico conclude il suo percorso di crescita con l’apertura ufficiale della sua stamperia con la mostra Stampa 2, dove verranno esposte le opere di ben 100 artisti, tra italiani e stranieri, tutti professionisti dediti alla grafica d’arte.
Se Numero uno ha voluto segnare l’esordio di un lungo cammino, Stampa 2, oltre a essere il normale proseguimento di questo tragitto, vuole offrire la possibilità a curiosi e appassionati, di entrare nel mondo della grafica dal suo interno più profondo.
Il titolo, anche in questa occasione, non è casuale: “stampa al quadrato” sia per il formato carta richiesto agli artisti (30 x 30 cm), ma anche inteso come numero “al cubo” moltiplicabile per se stesso, in perfetta aderenza con il concetto di multiplo dell’incisione. Il quadrato, oltre a essere una forma perfetta (così come lo era la sfera di Parmenide e il concetto di unico espresso nell’introduzione del catalogo Numero Uno), è un’altra figura che rappresenta l’uguaglianza: gli artisti qui in mostra sono completamente diversi l’uno dall’altro per stile e tecnica rappresentativa, ma sono tutti accomunati dall’amore per la grafica d’arte, a partire dalla realizzazione della matrice alla sua edizione finale.
Nota interessante è la presenza sia degli artisti presenti già nelle esposizioni Incisioni al femminile e Numero Uno (entrambe curate da Veronica Longo), sia la presenza di nuovi nomi, parecchi provenienti dall’Europa dell’Est, o da paesi latini come l’Argentina e la Spagna. Queste forme di scambio e veduta, si devono anche alla collaborazione con seri professionisti impegnati nel settore, come il Maestro Rubén Fernández Sánchez dell’Atelier Milpedras (La Coruña, Spagna) e le curatrici italiane Valeria Bertesina (anche lei incisore a Vicenza) e Silvia Mariossi (operante a Milano).
Un continuo alternarsi di idee e modalità artistiche, oltre che di segni e messaggi, è quello che si propone nuovamente, ma in chiave sempre più “rivoluzionaria”; durante l’inaugurazione, infatti, ci sarà la possibilità, oltre che di ammirare le opere e di visitare la stamperia, di osservare matrici, strumenti e lastre con relative prove e di assistere di persona a dimostrazioni di stampa. Per l’intero periodo della mostra, secondo calendario, sarà possibile partecipare a diverse manifestazioni, come conferenze a tema o presentazioni di manuali e testi specifici.
Inoltre, anche quest’anno l’Atelier Controsegno aderirà alla Giornata del Contemporaneo organizzata da AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanei Italiani), che si terrà sabato 11 ottobre.
Questo clima giovane e audace, senza dubbio, è stato favorito dall’aiuto di tante persone che hanno creduto e lavorato per questo progetto: l’Associazione culturale LUX in FABULA, con il suo presidente Claudio Correale e i volontari del Servizio Civile Nazionale, la traduttrice Stefania Brandi e l’assistente/addetto stampa Rosalba Volpe.
E se molte erano le domande circa il senso dell'apertura di uno spazio espositivo dedito quasi esclusivamente alla grafica d'arte, altrettanti sono i quesiti per ciò che concerne una zona laboratoriale, con un settore così specifico e specializzato, in un luogo come il Sud Italia, ma ancora di più a Pozzuoli, nella provincia di Napoli. AUDENTES FORTUNA IUVAT.
 
La mostra resterà aperta fino al 25 ottobre, dal martedì al sabato: 16.00 – 19.30. Lunedì e festivi chiuso. INGRESSO GRATUITO. 
Info: +393332191113 – controsegno@libero.it
www.controsegno.com – www.facebook.com/AtelierControsegno
 
ARTISTI ADERENTI:
Akasaka Hiroko (Japan), Angelini Alessandra, Arditi Mireille (France), Asteriti Luisa, Balestra Alba, Bani Rakesh (India), Benetti Roger, Berman Mateo Guillermo (Spain), Bigolin Sergio, Boiani Maurizio, Bonini Nedda, Borrello Adriana, Bortoluzzi Milvia, Boveri Roberta, Bradáček Lukáš (Czech Republic), Caccaro Mirta, Cafolla Maria Rosanna, Camorani Ezio, Caprioglio Lucia, Caravella Luciana, Cartocci Anna Laura, Castaldo Giuseppina, Coli Lolita, Corò Claudia, Cremonesi Coletta, Da Gioz Graziella, de Marinis Fausto (Ethiopia), D'Este Elisabetta, Donati Martina, Dragičević Edvin (Croatia), Erbino Tonia (United States of America), Ercolini Daniela, Errico Carlo, Esteban Liliana (Argentine), Evangelio Rodríguez Fernando (Spain), Favaro Gianni, Fenice (Spain), Ferracci Annalisa, Florin Stoìcìu (Romania), Giovine Consiglia, Grazzini Ugo, Guarino Luigi, Guida Rosa, Hausbrandt Gruber Renate (Austria), Hofer Eleanora (South Africa), Iuliucci Silvia, Kowalczyk Wojtek (Poland), Kramer Andreas (Germany), Latka Joanna (Poland), Lesa Giuseppina, Longo Veronica, Loscialpo Arianna, Marcodoppido Rosanna, Marini Mirella, Martignoni Silvana, Mercandetti Fabiola, Modolo Bonizza, Müller Jetta, Muolo Carmine Maurizio, Naletto Giusi, Oppido Salvatore, Ossani Patrizia, Palazzetti Beatrice, Pancera Roberta, Paz Levozan Hilda (Argentine), Pecoraro Toni, Piantà Nella,Piazza Susi, Polito Fernando (Argentine), Pons Pons Pere (Spain), Pontin Willy, Porporato Luisa, Pozzo Gustavo, Pupillo Paola, Ragno Leo, Rapicano Giuseppe, Rizzetto Franca, Rosi Daniela, Saks Reti (Estonia), Savini Daniela, Segnan Romeo (Croatia), Sevillano Palacios Isabel (Spain), Signaroldi Antonella, Silverman Annie (United States of America), Silvestre Visa Manuel (Spain), Soto González Rocío (Spain), Spazzini Severino, Sperindio Michela (Republic of San Marino), Statti Lucio, Stor Laura, Superti Carlotta, Talamini Tiziana, Tanasescu Vanni Rodica (Romania), Tanuma Toshinori (Japan), Taroni Maria Carla,Tortora Ornella,Ughes Anna Maria, Verio Francesco, Watson John (United Kingdom), Zanellati Walterina.
 
(Foto di Marina Sgamato)

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Messaggio di Gino il sabato 20 settembre 2014 alle 09:00   -  forum administrator-  forum moderator
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20/9/2014

Piacere, Ettore Scola

Diverse sedi, Avellino

Nell'ambito del progetto Irpinia: un sistema fra cultura e memoria. La mostra racconta della vita privata e professionale di Scola, includendo le sue esperienze in Rai e nella redazione Marc'Aurelio.


 

comunicato stampa

a cura di Marco Dionisi e Nevio De Pascalis

Il ciclo di appuntamenti del progetto Irpinia: un sistema fra cultura e memoria si apre con Piacere, Ettore Scola, la prima mostra monografica dedicata a uno dei più grandi registi italiani.
Dal 21 settembre al 12 ottobre 2014, nel fascino straordinario delle sale dell’Abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi (AV), l'esposizione propone testi, filmati, cimeli, fotografie, disegni e carteggi che restituiscono il ritratto di uno dei più acuti e amari osservatori del costume nazionale, nonché sottile umorista e protagonista di alcune delle più belle pagine del cinema italiano.

Nella serata inaugurale di sabato 20 settembre, in un’occasione del tutto eccezionale, Toni Servillo leggerà alcuni brani della sceneggiatura del film “Trevico-Torino – Viaggio nel Fiat-Nam”.

Curata da Marco Dionisi e Nevio De Pascalis e dedicata alla giornalista Bruna Curzi Bellonzi, “Piacere, Ettore Scola” è realizzata da Cultitaly e organizzata in collaborazione con la famiglia Scola, lo Studio E.L. di Cinecittà, l'Istituto Luce, Rai Teche, l'Aamod, l’Archivio Antonio Pietrangeli, New Cinema Italiano.
Per la prima volta in assoluto si racconta la vita privata e professionale di Ettore Scola -che nasce in Irpinia, a Trevico, nel 1931- dall’infanzia alla sua ultima opera cinematografica “Che strano chiamarsi Federico” (omaggio all’amico e collega Federico Fellini). Tra questi due punti fermi si divaga sulla sua esperienza nella redazione del Marc'Aurelio e in Rai, sul suo periodo da sceneggiatore, sul rapporto con attori e collaboratori, nonché sul suo rapporto con la politica.
Filo conduttore della mostra è il disegno, grande passione ed elemento costante di tutta una vita: esposti vi sono sue vignette pubblicate sulla rivista Marc'Aurelio e disegni di personaggi le cui caratteristiche si ritrovano poi nei suoi film.
Ad alcuni carteggi con altri registi e sceneggiature originali, si aggiungono spezzoni di film, cinegiornali dell'Istituto Luce, interviste, programmi radiofonici ideati e sceneggiati da Scola.
Tra le “chicche”: i modellini scenografici del film “Concorrenza sleale” e “Il viaggio di Capitan Fracassa”, i premi ottenuti nella carriera, la lettera di “Totò, Peppino e la Malafemmina” alla cui stesura Scola prese parte, fotografie e oggetti personali.

Una vita professionale intensa quella di Scola, iniziata come disegnatore e umorista nella redazione della gloriosa rivista del Marc’Aurelio, da dove uscirono alcuni tra i migliori autori della commedia di costume quali Monicelli, Fellini, Steno. Una gavetta importante che lo vedrà impegnato anche come autore di programmi radiofonici e televisivi di successo (in Rai) e che gli permetterà di intraprendere la carriera di soggettista e sceneggiatore al fianco di autori del calibro di Ruggero Maccari, Age e Scarpelli e registi come Pietrangeli, Risi, Lizzani, Zampa, Loy, scrivendo alcune tra le più belle pagine di quella commedia all’italiana apprezzata dal pubblico e applaudita in tutto il mondo.

Da regista ha diretto -portandoli al successo- i maggiori attori del cinema nazionale e internazionale, realizzando autentici capolavori come “C’eravamo tanto amati”, “Una giornata particolare” e “La famiglia”, e ottenendo numerosi riconoscimenti: plurivincitore ai David di Donatello, più volte candidato agli Oscar, vincitore di importantissimi premi nei festival cinematografici internazionali (Berlino, Cannes, Mosca). Nella sua lunga carriera ha ricevuto attestati di stima da parte dei grandi maestri del cinema come Kubrick, Kurosawa e Bergman. Per i suoi meriti culturali è stato inoltre insignito della Medaglia d’oro dal Presidente della Repubblica Italiana e della Légion d’honneur in Francia, paese in cui è considerato, al pari di Jean Renoir, tra gli autori che hanno meglio rappresentato la storia del paese transalpino.

Importante icona del cinema italiano, Scola ha saputo rinnovarsi nel corso della sua carriera, passando dalla commedia di costume a una narrazione più amara e riflessiva e mantenendo una coerenza artistica sia sul piano linguistico che ideologico. Ideologie, come quella politica, che ha sempre manifestato liberamente, in un costante impegno civile e sociale evidenziato sia nei film che nel ruolo politico di Ministro del Governo Ombra nelle file del PCI, partito del quale è stato un importante punto di riferimento intellettuale.

Ufficio stampa
NORA comunicazione | Eleonora Caracciolo di Torchiarolo +39 339 89 59 372
Ufficio stampa regionale Daniele Moschella
t. +39 331 48 79 294 | danielemoschella@libero.it

Inaugurazione 20 settembre alle 17.30

Abbazia del Goleto,
Contrada San Guglielmo, Sant’Angelo dei Lombardi (AV)
Orario: giovedì a domenica, h. 10 - 13 e 16 - 19.
Ingresso libero.



Messaggio di Gino il sabato 20 settembre 2014 alle 09:01   -  forum administrator-  forum moderator
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20/9/2014

Di Guida-Vargas

Casa della corte - Museo civico , Agerola (NA)

Addestramento degli asini. L'immagine, riproduce un asino e la descrizione per il loro addestramento. Per gli artisti, questa e' l'immagine metaforica della condizione di esistenza dell'uomo moderno.


 

comunicato stampa

Addestramento degli asini è il titolo della mostra del duo Di Guida-Vargas alla Casa della Corte - Museo civico di Agerola (NA).
Saranno esposti disegni,fotografie,installazioni e video.

L'inaugurazione è prevista per il 20 settembre 2014 alle ore 17,30. La mostra resterà aperta fino al 15 ottobre.
Il titolo della mostra è tratto da un'opera che riproduce un banner pubblicitario di una ditta di addestramento degli gli asini. L'immagine, riproduce un asino e la descrizione per il loro addestramento. Per gli artisti, questa è l'immagine metaforica della condizione di esistenza dell'uomo, addestrato e controllato, totalmente organizzato, nell'attuale mondo capitalistico.

PERCHE' ADDESTRARE UN ASINO
Se un asino deve vivere in libertà non è necessario addestrarlo. Ma, se deve lavorare (a basto, a calesse, a sella, ecc.), bisognerà insegnargli il “mestiere”. È un luogo comune il fatto che un asino, dato il suo carattere docile, buono, calmo e mansueto, sia disposto naturalmente ad eseguire ciò che gli viene chiesto; in realtà gli va insegnato tutto: dall’accettare di farsi mettere la cavezza, ad essere spazzolato, legato, maneggiato, portato a lunghina ecc…

FARE AMICIZIA
La prima e più importante considerazione quando, ci apprestiamo ad entrare in relazione con un asino è che abbiamo a che fare con una preda, nei confronti della quale noi siamo predatori ( così loro ci percepiscono), quindi è molto importante che il nostro atteggiamento comunichi amicizia, dolcezza, delicatezza e pazienza; movimenti lenti, bassa voce, avvicinamento lento, mai diretto. Quando l’animale ci percepirà come un amico, possiamo cominciare ad accarezzarlo, mettergli cavezza e lunghina, standogli semplicemente vicino, assecondando i suoi movimenti senza forzarlo a camminare né tanto meno legarlo. Possiamo pian piano abituarlo alla spazzola e a farsi toccare dappertutto. È importante fermarsi quando non vuole essere toccato ulteriormente. Bisogna conquistare la sua fiducia finché non accetterà anche di farsi prendere i piedi, cosa importantissima per il taglio e la pulizia delle unghie (per una preda è una gran prova di fiducia). L’asino non va stressato né forzato ed è meglio maneggiarlo spesso ma per poco tempo alla volta in modo che si abitui lentamente a noi e cresca un rapporto di fiducia reciproca. Ci vuole anche rispetto reciproco ed è importante essere pronti a sgridarlo quando si comporta male con noi (un morsino o un calcio). A questo punto possiamo insegnargli a stare legato, all’inizio per pochi minuti e via via per tempi più lunghi. Tutto ciò si può fare già dai primi giorni di vita. Più tardi, ad un anno e mezzo, cominceremo il vero addestramento, l’asino sarà già ben disposto a seguire le nostre istruzioni.

LAVORO IN SICUREZZA
Non dimentichiamoci mai che l’asino in natura è una preda e può impaurirsi di fronte a situazioni nuove e impreviste; a volte basta un ombra o un vestito troppo colorato o qualcosa di nuovo lungo il suo cammino. La reazione istintiva dell’animale è rappresentata in genere da uno scarto repentino, si può impuntare o addirittura scalciare se il pericolo viene da dietro. Per evitare che ciò avvenga, durante l'addestramento, bisogna abituare i nostri asini ad affrontare senza paura le situazioni più disparate. Con l’età e l’esperienza l’asino diventa sempre più coraggioso, ma se abbiamo a che fare con animali giovani è importante mettere alla prova la loro affidabilità prima di coinvolgerli nel lavoro. L’ASINO NON DEVE SCALCIARE, NE’

MORDERE
Come fare ad insegnare ai nostri animali a non scalciare e a non ribellarsi? Dobbiamo simulare artificialmente tutte le azioni che possono innescare la reazione del calcio: arrivargli dietro di corsa prendergli la coda, toccargli all’improvviso i posteriori, far cadere oggetti dietro le zampe posteriori, fra le zampe e di lato. Gli asini non reagiscono tutti allo stesso modo; ci sono animali che non accennano neanche ad alzare una gamba, magari scartando solo lateralmente. Ma se dovesse succedere che il nostro asino reagisca con una pedata, va sgridato energicamente e subito gli va reso un deciso colpo con il collo del piede nella zona dove passa il sottopancia. Nel giro di 3-4 volte avrà imparato la lezione. Se l’asino ha il vizio di dare pizzicotti o morsi, è indispensabile, quando ciò succede, dargli subito una sberla sul muso rimproverandolo energicamente. Ben presto smetterà.

ABITUIAMO I NOSTRI ASINI ALL’IMPREVISTO
Le situazioni che potrebbero spaventare l’asino le possiamo ricreare artificialmente in uno spazio chiuso e piano (maneggio e tondino) in modo che l’animale si abitui. Si può stendere a terra un pezzo di moquette colorata in modo che ci passi sopra. Attaccare palloncini e nastri colorati lungo la staccionata o panni colorati che si muovono al vento. Creare delle pozze artificiali dove siano costretti a passare per bere o per mangiare. Creare strettoie e tunnel attraverso i quali devono passare. Per abituarli ai sacchetti di plastica possiamo portar loro il fieno in sacchi della spazzatura, agitandoli davanti a loro, mettere in moto una motosega, oppure accendere uno stereo a tutto volume, suonare il clacson ecc…

LAVORARE IN PIAZZE O FIERE
Se abbiamo intenzione di far lavorare i nostri asini in piazze o città o paesi, dobbiamo portarli almeno 2-3 volte nel paese più vicino in modo che prendano confidenza con l’asfalto, le strisce pedonali, le macchine che passano le griglie, ecc... Per trasportarli con il trailer o van, dobbiamo prima insegnar loro a salirci sopra. Poiché l'asino come tutte le prede è un animale claustrofobico, come fare? Il modo migliore è quello di posizionare il trailer nel recinto dove stanno gli asini e dargli da mangiare al suo interno. Gli animali cominceranno presto a considerare lo spazio ristretto del trailer come un luogo sicuro e confortevole. IMPORTANTE: quando si trasportano gli animali è bene lasciarli liberi all'interno del mezzo, si stresseranno molto meno.

INSEGNAMO ALL’ASINO A CAMMINARE CON NOI
Per prima cosa dobbiamo costruire una testiera perché l’asino, per quanto buono e docile, metterà in atto delle strategie di rifiuto perché all’inizio non capisce bene quello che gli stiamo chiedendo e poi perché non ha tanta voglia di “lavorare". La sola cavezza è troppo leggera per l’addestramento, meglio sono le testiere da mulo adatte anche agli asini. La testiera è munita di una catena imbottita sopra al naso che termina con due anelli ai lati della bocca ai quali vengono fermate due catenelle di 15-20 cm., non troppo sottili. Queste catenelle partono da un anello e, passando sotto la bazza, escono dall’altro anello incrociandosi. Alla fine delle catenelle possiamo attaccarci una lunghina o 2 redini o guide lunghe a seconda se lavoriamo dal davanti o da dietro.

VANTAGGI DELLA TESTIERA CON LE CATENE
Con la testiera gli animali sono meno stressati perché non hanno nessun ferro in bocca. Possono mangiare l’erba nei momenti di sosta senza impedimenti. Tale testiera è adatta sia per condurre l’asino dal davanti sia per guidarlo da dietro (sella e attacchi). È veloce da mettere e da levare perché non ha né sottogola né frontalino. Ben presto l’asino saprà che quando gli si mette la testiera dovrà lavorare e sarà più ubbidiente ma è tutt’altro che scontato che sia disposto a camminare dietro di noi. La cosa peggiore che potremmo fare sarebbe quella di cominciare a tirarlo guardandolo negli occhi (lo sguardo è una pressione che non lo aiuta certo a camminare). In realtà all’inizio l’asino non si sognerà proprio di seguirci ed allora torna utile l’osservazione di come la mamma guida il puledro: se ci posizioniamo di lato all’asino (accanto al posteriore) e con una mano teniamo la lunghina corta e lenta davanti alla testa e con l’altra lo tocchiamo appena con un frustino dal di dietro, l’asino si metterà in moto e pia pianino e con molta pazienza capirà cosa gli stiamo chiedendo. Ci vorrà poco per convincerlo poi a seguirci anche quando gli stiamo davanti. Non bisogna fare troppa pressione sulle catene e non forzarlo troppo, si deve lavorare spesso e per poco tempo. Se l’asino si ferma facciamo una leggera pressione sulle catene ma non appena accenna a muoversi allentiamo subito la pressione in modo che l’asino capisca che camminando fa la cosa giusta. Quando l’asino comincia a darci retta lo fermiamo ogni tanto e lo accarezziamo. All’inizio maneggiamo l’asino nei luoghi a lui familiari, poi cominceremo ad allontanarci ed affrontare situazioni nuove: griglie, sacchetti di plastica, strisce pedonali, biciclette pozze d’acqua, ecc… Quando l’asino comincia a darci retta, a venirci dietro, fermarsi, stare legato, possiamo cominciare a portarlo fuori con una sella o un basto per abituarlo alla cinghia del sottopancia e ad avere un piccolo peso addosso. Bisogna aspettare 3 anni prima di cominciare a cavalcarlo, con poco peso all’inizio e aumentando via via. Quando si vedono asini con la schiena imbarcata, significa che sono stati caricati troppo presto, quando lo sviluppo dell’ossatura non era ancora completo.

ADDESTRAMENTO A GUIDE LUNGHE PER ATTACCHI E SELLA
Per guidare una asino da dietro, a guide lunghe, abbiamo bisogno di un supporto che regga le redini perché queste non vadano a terra ai lati dell’asino. A tale scopo possiamo usare una sella , un basto, un sellino da attacchi o un semplice fascione di facile costruzione: in pratica si tratta di una cinghia di diverso materiale (cuoio, tela, nastro da pompiere, cinghie per avvolgibili) abbastanza lunga da cingere l’asino , con una fibbia per stringerla lateralmente. Su questa cinghia, all’altezza delle spalle, vanno applicati due anelli che permettano il passaggio e lo scorrimento delle redini (o di una corda) che partendo dalla testiera (dal finale delle due catenelle incrociate) terminano dietro l’asino. Se vogliamo usare una sella o un basto, dobbiamo avere sempre due anelli o studiare un accorgimento che abbia la stessa funzione (es. due cinghie ripiegate ad anello). Una volta preparato l’asino: testiera, fascione, guide lunghe, possiamo cominciare l’addestramento. Le prime volte è meglio essere in due: uno davanti, con una lunghina attaccata ad un anello della testiera, per condurre l’asino finche questo non ha imparato i comandi da dietro, e uno dietro che impartisce i comandi. L’asino all’inizio tende a girare su se stesso ed è quindi importante che chi sta dietro rimanga molto vicino al posteriore assecondando tutti i movimenti dell’animale. Le redini vanno tenute leggere, ma sempre a contatto con la testiera (le catenelle sono leggermente tirate). Quando si vuole girare a destra, si tira leggermente la redine destra, allentando contemporaneamente quella sinistra (la mano sinistra si muove in avanti). Appena l'animale gira si riportano le redini nella posizione iniziale. Lo stesso vale per girare a sinistra. Per fermarsi, specialmente le prime volte, le redini vanno tirate con decisione, ancora meglio alternando velocemente destra e sinistra fino a che l’asino non si ferma e accompagnando l’azione con un richiamo vocale. Appena si ferma, si allenta subito la pressione e si accarezza l’asino. Quando l’asino comincia un po’ a rispondere (destra, sinistra, fermo) chi lo conduce a lunghina può allontanarsi e posizionarsi lateralmente. Dopo due – tre sessioni, mentre l’asino è in lavoro, possiamo sganciare la lunghina e continuare l’addestramento solo da dietro. È sempre meglio continuare l’addestramento in un luogo piano e recintato (rettangolo o tondino) per poi cominciare ad uscire in campagna. Un’altra cosa importante da insegnare all’asino è quella di stare fermo con la lunghina a terra. Infatti quando lo andremo ad attaccare al calesse o alla carrozza ecc…, a maggior ragione per gli attacchi multipli, tutte le operazioni risulteranno più semplici se effettuate lontano da palizzate, pali o altri luoghi dove siamo soliti legare l’asino. Perché impari a stare fermo senza essere legato, è bene fare tutte le operazioni preliminari: spazzolarlo, vestirlo, controllare gli zoccoli ecc… con la lunghina a terra, pestandola con il piede nel caso che l’asino si muova. Terminata questa fase di addestramento l’asino è pronto per imparare ad essere guidato da sella o per essere attaccato ad un calesse.

ADDESTRAMENTO AL CALESSE
Quando il nostro asino sarà sufficientemente bravo nell’eseguire i comandi a guide lunghe, possiamo passare all’addestramento al calesse e a sella. All’età di due anni e mezzo possiamo già attaccare un calesse leggero all’asino, mentre occorre aspettare i tre anni prima di cominciare a mettere pesi sulla sua schiena. Le stanghe del calesse non forzano sulla schiena più di tanto perché il calesse è bilanciato e l’animale tira di petto. Sarà bene cominciare con un calesse leggero preferibilmente dotato di freni, in uno spazio piano, recintato e sufficientemente grande da permettere di curvare agevolmente senza che le stanghe forzino sul fianco dell’asino . E’ indispensabile la presenza di due operatori. Il primo passo consiste nel far familiarizzare l’asino con questo nuovo oggetto; a tal fine conduciamo l’asino nel ring dove dovrà lavorare e dove avremo già portato il calesse. Lasciamo che lo guardi, lo annusi e ci cammini intorno. Poi, mentre un operatore tiene l’asino, l’altro dovrà far muovere il calesse intorno all’animale in modo che quest’ultimo si abitui al fatto che si muove e soprattutto al rumore che produce muovendosi. All’inizio l’asino sarà sospettoso e guardingo, ma in genere familiarizza piuttosto velocemente ed in breve tempo non ne avrà più paura. A questo punto siamo pronti per attaccarlo al calesse. Mettiamo i finimenti all’asino: pagnotta (o sellino), sottocoda e pettorale con le tirelle. Le tirelle devono passare nei due anelli delle stanghe ed essere assicurate al bilancino del calesse in modo che il pettorale sia a contatto con il petto, né troppo tirate, né troppo lente. Per controllare se sono state regolate correttamente bisogna osservare il movimento del bilancino con l’asino in movimento, assicurandosi che questi lavori al ritmo del movimento dell’asino.

La brachetta (o imbraca) sarà necessaria qualora dovessimo affrontare delle discese, ma in piano non è necessaria. Sottolineiamo il fatto che anche per l’attacco, come per tutte le altre attività che svolgiamo con l’asino, usiamo sempre la stessa testiera da lavoro (niente morso né paraocchi per gli attacchi). Le prime volte che attacchiamo l’asino al calesse, è necessario essere in due: uno terrà l’asino dal davanti mentre l’altro eseguirà tutte le operazioni di attacco. Per ultime metteremo le redini ,assicurandole agli ultimi anelli delle catene della testiera, che devono essere sufficientemente lunghe per poter guidare l’asino da dietro. Quando l’asino comincerà a muovere i primi passi trainando il calesse, può darsi che sia un po’ spaventato. Bisogna continuare a condurlo dal davanti per rassicurarlo e per fargli rispettare la traiettoria con una corda assicurata ad un anello della testiera: al sinistro se si gira a sinistra, al destro se si gira a destra. Quando l’asino si sarà tranquillizzato e comincerà ad eseguire correttamente i comandi da dietro, l’operatore che lo conduce dal davanti potrà spostarsi di lato e via via allontanarsi dall’animale, dandogli sempre più corda. A questo punto il guidatore può salire sul calesse e continuare a guidare l’asino al passo (sempre assicurato con la corda lunga all’altro operatore). Prima di spronarlo al trotto dobbiamo assicurarci che l’asino sia tranquillo ed esegua perfettamente i comandi al passo (partire, fermarsi, girare e destra e a sinistra). Per far partire l’asino al passo possiamo toccargli la groppa con le redini, ma è meglio munirsi di un frustino lungo e toccarlo con quello. Per farlo partire al trotto va toccato con più insistenza accompagnando tale comando con la voce. A questo punto è solo questione di allenamento.

ADDESTRAMENTO A SELLA
Le selle sono di vari tipi: sella inglese, americana, militare ecc… Essenziale è l’uso del sottocoda perché l’asino ha il garrese poco pronunciato e la sella, senza sottocoda, specialmente in discesa, tenderebbe a scivolare in avanti allentandosi e piegandosi di lato. Le selle americane sono fornite di due sottopancia: il posteriore serve solo a far sì che la sella non si alzi. Per l’asino il suo uso è superfluo perche la sua funzione viene assolta dal sottocoda. METTIAMO LA SELLA PER LA PRIMA VOLTA E’importante pulire bene l'asino soprattutto nella zona dove stringeremo il sottopancia, eventuali residui di sporco possono provocare delle fiaccature, sbucciature o vesciche. Quindi puliamo gli zoccoli. Posizioniamo il sottosella dopo averglielo fatto vedere e annusare; questo va fatto scivolare nel senso del pelo fino a coprire il garrese. Poi prendiamo la sella, la facciamo vedere e annusare all’asino e la poggiamo sul sottosella che deve uscire almeno di due dita dalle due estremità della sella. Fatto questo è importante sollevare l’estremità anteriore del sottosella, fino a fargli toccare l’arcione, allontanandolo dal garrese perché al momento di stringere la sella non lo comprima. Adesso possiamo stringere la cinghia del sottopancia dopo aver fatto camminare un po’ l’asino. Per ultimo mettiamo il sottocoda, operazione molto delicata, perché l’asino quando gli prendiamo la coda tende a irrigidirsi. Per questo va abituato precedentemente simulando gli stessi movimenti. Il sottocoda non deve essere né troppo tirato né troppo lento, ma a contatto con l’attaccatura della coda. ABITUIAMO L’ASINO AL PESO
Se il nostro asino non ha mai portato pesi sul dorso, anche se perfettamente addestrato al calesse, si troverà in difficoltà sentendo per la prima volta del peso. Il suo modo di camminare dovrà adeguarsi di conseguenza, per questo abituiamolo pian piano a pesi sempre maggiori prima di salirgli in sella.

SALIRE IN SELLA
Quando l’asino ha imparato a camminare con il peso addosso, possiamo montarci sopra. Le prime volte bisogna essere in due: meglio se qualcuno fa forza sulla staffa opposta mentre ci issiamo su, per bilanciare il peso. L’asino all’inizio potrebbe bruscamente scartare di lato o sgroppare. Quindi, è più prudente che ci sia qualcuno di fianco che tiene una lunghina attaccata ad un anello laterale della testiera. La presenza di una persona vicino all’asino è importante finche l’asino non ha appreso i comandi delle gambe e delle guide. Quando l’asino comincia ad assecondare il cavaliere, si può sganciare la lunghina. Per l’addestramento a sella si consiglia l’uso del frustino poiché l’asino è un animale piuttosto pigro; il frustino è quasi indispensabile per spronarlo al trotto. Va usato in modo leggero per rinforzare i comandi dati con le gambe. Si consiglia di lavorare molto al passo prima di passare al trotto.
Alla fine di questo processo l’asino è pronto per fare il mestiere di asino.

Inaugurazione 20 settembre ore 17.30

Casa della corte - Museo civico
via Roma (piazza Unita' d'Italia) Agerola
ingresso libero



Messaggio di Gino il sabato 20 settembre 2014 alle 09:01   -  forum administrator-  forum moderator
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20/9/2014

Romualdo Schiano

Chiesa dei Santi Apostoli, Nola (NA)

Cesare Augusto. Dalle leggi ai frammenti ai reperti. Passato e presente nei diversi pannelli dedicati ad Augusto, si riflettono l'uno nell'altro.


 

comunicato stampa

Quest’anno ricorre il bimillenario della morte dell’imperatore Ottaviano Augusto, avvenuta il 14 d.C. apud Nolam («presso Nola»). Si tratta di uno dei personaggi più importanti della storia romana, anzi della storia tout court, per cui non solo è giusto, ma anche doveroso che gli uomini di oggi ne ricordino la figura, le azioni, il ruolo che egli ha avuto nella storia dell’umanità, il significato della sua azione politica.

Cose che lo stesso Augusto indica in un suo scritto, Index rerum a se gestarum («Indice delle azioni da lui stesso compiute»), noto anche come Res gestae divi Augusti («Imprese del divino Augusto»), scoperto nel 1555 sulle pareti di un tempio di Ankara e perciò detto pure Monumentum Ancyranum, opera di eccezionale valore documentario e storico perché l’imperatore vi ricorda, in 35 capitoli composti prima della morte, tutte le sue imprese e le cariche ricoperte durante la sua vita politica, dal 44 a.C. al 14 d.C. È questo scritto che ha ispirato le opere della mostra di Romualdo Schiano.

Noto artista napoletano, Schiano ha sempre dimostrato una grande apertura alle sollecitazioni del reale, come dimostra tutta la sua vita, come dimostrano le sue performances risalenti agli anni ’80, con le quali partecipava a manifestazioni contestatarie dell’”ordine” artistico del tempo, come dimostrano tutta la sua successiva attività e l’impegno profuso nella ricerca pittorica nelle sue varie fasi: la fase dell’informale; la fase cosiddetta degli “Effetti rivissuti” fondata sull’uso di materiali poveri e sul ricorso al rosso pompeiano, che è scoperta che dura e diventa segno distintivo dell’arte di Schiano; la fase successiva, che è quella della cosiddetta “Pittura attraversata”, così definita dal critico Nicola Scontrino; la fase dell’uso di strumenti informatici, cioè quella dell’arte digitale che gli consente di produrre il ciclo dei “Reperti industriali”, fase nella quale l’attenzione dell’artista è fissata su un oggetto particolare del quale analizza “l’infinita gamma delle variazioni cinestetiche che il computer è in grado di rivelargli” (Rosario Pinto). Insomma Schiano giunge alla scoperta e alla pratica dell’arte intesa come rivelazione e non come semplice rappresentazione.

Ma la fase della produzione pittorica alla quale egli sembra ricollegarsi ancora oggi è quella della cosiddetta “Pittura attraversata” cui egli si dedicò agli inizi degli anni ’90. Fu una “fase nuova della ricerca di Schiano, quella in cui l’artista va a tentare di cogliere il senso della storia provando egli stesso a riscriverne le pagine: non utilizza più, infatti, un prodotto già fatto di cui rimodellare il frammento, ma escogita la modalità di intervento sulla ragione fondante di un processo ampiamente storicizzato” (Rosario Pinto).

E a questa stagione della sua ricerca artistica si ricollega Schiano per il ciclo di opere dedicate alla figura di Ottaviano Augusto, con le quali egli intende non solo celebrare il bimillenario della morte dell’imperatore romano, ma anche esplicitare il suo ritrovato senso della pittura che cerca di coniugare passato e presente. Cerchiamo di chiarire brevemente i due assunti.

Schiano intende celebrare in Augusto il grande personaggio dell’antichità. Ma perché questo interesse che lo ha impegnato in un faticoso lavoro di studio e di ricerca storica e in un altrettanto faticoso impegno artistico? Perché egli ha riscontrato nell’azione politica di Augusto il segno dei problemi e dei drammi storici che di epoca in epoca si presentano alla coscienza e all’intelligenza degli uomini. In effetti è rimasto affascinato non dalle soluzioni politiche adottate per i vari problemi, ma dai problemi stessi che Augusto individuava e cercava di risolvere e, quindi, dalla sua esplosiva personalità. Infatti egli pose mano a un’opera riformatrice dello stato (rei publicae constituendae) presentandosi come il restauratore della repubblica e come il garante della pace, la famosa Pax Augusta, che era in quel momento la più concreta e viva aspirazione dei cittadini romani, ma soprattutto si presentò come il difensore delle tradizioni del popolo (il cosiddetto mos maiorum), ben sapendo quanto fosse vivo il rapporto che legava il civis Romanus a quel patrimonio secolare di virtutes e di mores, che una lunga tradizione letteraria aveva sempre presentato come il tratto più specifico della romanità; operò contro la corruzione elettorale (De ambitu); intervenne a difendere i culti della religione dei padri contro le mode orientaleggianti che cominciavano a diffondersi a Roma; si occupò di una riforma dei costumi con provvedimenti contro il lusso e del diritto di famiglia (De maritandis ordinibus) con norme contro il celibato e l’adulterio, per restaurare l’istituto famigliare e l’antica moralità; intervenne a favorire la riscoperta di modelli di vita intonati a semplicità e parsimonia, con l’esaltazione del lavoro dei campi; diede un forte impulso alle opere pubbliche procedendo, per esempio, al restauro di templi e teatri e alla costruzione di acquedotti, strade, ponti. Bisogna dire che per lo più si trattò di slogan propagandistici che non sortirono particolari risultati concreti. Tuttavia sotto Augusto i Romani poterono godere di una pax da lungo tempo attesa e sperata, mentre gli intellettuali agirono per lo più in sintonia con l’ideologia del principato, almeno nella prima fase del suo impero.

Ma, come si è detto, quello che ha affascinato Schiano è la vasta gamma di temi e problemi che Augusto affrontò, al di là della tipologia delle soluzioni apportate, cosa che ha sollecitato la sua vena artistica e creativa. Infatti Schiano ha voluto celebrare un personaggio morto duemila anni fa, ma lo ha fatto con gli occhi rivolti al presente, alle tante necessità che affliggono la società attuale, allo spirito riformista indispensabile per affrontare e risolvere i problemi da cui è attanagliato l’uomo moderno, in particolare il cittadino italiano.

Passato e presente, quindi, nei grandi e nei piccoli pannelli dedicati ad Augusto, si riflettono l’uno nell’altro: il passato che si fa messaggio per il presente, e il presente che scopre, o può scoprire, nel passato lo stimolo all’azione riformatrice. Aveva ragione a questo proposito lo scrittore Giuseppe Pontiggia quando affermava, discutendo del rapporto tra gli uomini del passato e quelli moderni, che il problema non è quello di cogliere negli uomini del passato elementi di modernità e attualità, quanto quello di rendersi contemporanei ad essi ritrovando nella loro storia e nelle loro azioni stimoli e ispirazioni per il nostro mondo che cambia. E ciò non per una passiva imitazione dei grandi del passato, cosa impossibile e assurda, ma per cogliere in essi lo spirito con il quale essi si avvicinavano ai problemi della società a loro coeva.

Romualdo Schiano rappresenta l’attività militare, politica, civile, di Ottaviano Augusto ricorrendo a tecniche del passato filtrate attraverso il sentimento moderno. Voglio dire che le opere del ciclo “augusteo”, elaborate su tela d’Olanda, sono caratterizzate da tre colori topici della pittura di Schiano, molto ricorrenti nella pittura romana di cui quella ritrovata a Pompei rappresenta la testimonianza più pura e vera: il nero, che il nostro artista ottiene dalla polvere nera di pietra proveniente dal Vesuvio; il giallo, di derivazione tufacea; e soprattutto il rosso cosiddetto “pompeiano” che si otteneva dal cinabro. Ed è soprattutto questo rosso che richiama l’essenza della pittura antica. Con questi colori, disposti in modo che con le loro ondulazioni e, soprattutto, con la loro forma, che sembra alludere a qualcosa di gettato con forza nell’aria quasi a forma di cometa, e con quelle “ampie stesure di rosso pompeiano, solcate da vampate di luce che emerge dal profondo e prospetta nuovi scenari” (Marco Di Mauro), cioè con quelle tecniche che sanno di passato, Schiano ripropone all’attenzione dell’uomo di oggi un uomo che le celebrazioni del bimillenario della sua morte prefigurano come destinato all’eternità.

Tuttavia, pur in mezzo a un contesto chiaramente celebrativo, emerge, nella tela che conclude la mostra, la particolare sensibilità di Schiano come uomo del nostro tempo: la tela, caratterizzata da un tramonto che vuole simboleggiare la fine dell’impero e richiamare l’attenzione dell’uomo di oggi sulla decadenza nella quale la società moderna si trova a navigare tra mille e mille difficoltà, dice altresì che anche le più grandi conquiste e creazioni dell’uomo sono soggette, come tutte le cose umane, ad un processo di consunzione e di fine. Ed un velo di tristezza sembra scendere su tutte le suggestive opere della mostra.
Raffaele Urraro

Inaugurazione 20 settembre ore 19

Chiesa dei Santi Apostoli
via San Felice, 2 Nola
tutti i giorni 17,30-20
ingresso libero



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Castel Sant’Elmo, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, propone “Schémata” azione teatrale diretta da Mauro Maurizio Palumbo

 

Sabato 20 settembre, ore 18

“Schémata - La comunicazione non verbale” è il titolo della performance che la compagnia teatrale “Il canto di Partenope”, diretta da Mauro Maurizio Palumbo, proporrà domani sabato 20 settembre, alle ore 18, a Castel Sant’Elmo, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, che vedranno tutti i principali musei e i monumenti statali aperti fino alle ore 24 al costo simbolico di  € 1,00.

L’azione teatrale, che prenderà forma nella suggestiva Piazza d’Armi, nell’ambito dell’evento “Ianus”, prevede tre momenti, dedicati a pittura, teatro e danza, durante i quali attori e ballerini mostreranno al pubblico che l’essere umano, con il proprio carattere e la propria anima, è in grado di trasformare il corpo in strumento di connessione e comunicazione con il mondo che lo circonda anche senza l’utilizzo di parole.

La performance è frutto di studi portati avanti dalla compagnia sulle maschere teatrali dell’antica Grecia e su riti, drammi e azioni legati al mondo antico.

In scena: Chiara Alterio, Salvatore Camerlingo, Nadia De Crescenzo, Sabrina Santoro, Francesca Tornincasa e Morena Ventre.

Coreografie di Silvia Ajello, Antonella De Santis e Kristina Ricciardi.

Direzione artistica mauromauriziopalumbo

 

Castel Sant’Elmo  Via Tito Angelini, 22  - Napoli

Sabato 20 settembre, a partire dalle ore 18.

 

Grazie per l’attenzione

Annalisa Palmieri 338 7677060



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Ù Arte opening

mercoledì 24 settembre

ore 19.00

 

Maria Pia Daidone

“ORO NERO”

24 settembre – 7 ottobre 2014

 

A cura di Tiziana De Tora

Artstudio'93

 

 

Mercoledì 24 settembre, alle ore 19.00, le sale di Casa di Ù, in Via Carelli 19,

ospiteranno la prima mostra del progetto “U Arte”, dedicato all'arte contemporanea,

dal titolo “Oro Nero”, dell'artista Maria Pia Daidone.

 

 

La mostra della scultrice napoletana segna l'inizio di un nuovo ciclo e celebra l'apertura di Ù Arte, un inedito spazio espositivo dedicato all'arte contemporanea in tutte le sue declinazioni.

Oro Nero” è il titolo di un percorso attraverso le suggestive opere di Maria Pia Daidone, artista dall'impronta fortemente materica, dedita da anni alla manipolazione e trasformazione creativa dei materiali.

“Scultrice” è solo un'etichetta, perché la Daidone attraversa l'arte mediante l'uso di cartone, rame, legno, creando elementi scultorei, ma anche pittorico/segnici e immergendoli spesso in teche di plexiglas, per preservarne la memoria, componente sempre presente nelle sue creazioni, dai libri d'artista, alle valigie della memoria appunto, in cui ognuno può preservare/conservare le proprie esperienze, i sogni, gli incubi e le presenze dell'immaginario. Di volta in volta, un semplice brandello di cartone ci appare come “ordito” o corteccia d'albero, oppure tra le sue trame dorate scorgiamo un “uccello in volo” o dei “fiori dorati”.

“La ricerca della natura è fondamentale; è importante studiarla con l'occhio del cuore e della mente per scoprire ciò che nasconde. (…) La mia indagine attuale s'incentra sullo studio dei materiali. Ho privilegiato il rame, il cartone, il plexiglass. Il primo perché è duttile nella lavorazione, ricorda la sacralità, dà energia e ha la luminosità accesa dell'oro. Il secondo, con un'adeguata lavorazione, perde totalmente la propria identità e diventa altro. Il plexiglas usato come rivestimento esalta i materiali e li cristallizza in un'atmosfera senza tempo”.

Vedere le creazioni di Maria Pia Daidone è intraprendere un viaggio, con la mente e con il cuore, in mondi sospesi nel tempo, quasi mistici, in cui ogni elemento è impregnato di una sacralità inaspettata, che ci resta dentro lasciando un segno indelebile nella nostra memoria di osservatori.

 

La mostra resterà aperta fino al 7 ottobre 2014.


 

Scheda biografica di Maria Pia Daidone

a cura di Maurizio Vitiello

 

 

Maria Pia Daidone è nata a Napoli ed opera nello studio di Piazza IV Giornate, 64 (081.05.02.188). Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte "Filippo Palizzi". Conclusa la maturità artistica, incomincia subito ad insegnare. Dopo alcuni anni di frequenza a scenografia, ritorna negli anni Novanta, all’Accademia di Belle Arti di Napoli, diretta da Gianni Pisani, e segue i corsi di pittura di Carmine Di Ruggiero. Si diploma nel 1996 con la tesi "L’idea del volo nella poetica visiva di Paul Klee" per la cattedra di Storia dell’Arte, tenuta da Aurora Spinosa. Si è sempre interessata di pittura, oltre a comporre plastici, sezioni minime di architettura e scenografie presepiali. Dall' '89 all'inizio del '95, privilegiando valenze simboliche in una trattazione materica, ha sottolineato un'allegorica linea pittorica. Dalla prima metà del '95 ha maturato un registro informale rilasciando e siglando una molteplicità di emozioni. Lieviti ed orizzonti, segni e miti, campiture di luce e sottili presenze ludiche hanno informato un'attendibile ricerca. Nel '96 sintetizza una visibilità dei contrassegni e degli umori materici definendo la prima serie di "Cerchi Graffiti". Effetti segnici, prodotti da graffi, mentre solchi, segmenti e tracciati cromatici determinano un dettato dinamico e il definito anello visivo è corroso e striato. Quest'indagine è stata proseguita, con il conforto e il consenso critico, ed ha evidenziato una raggiunta "cifra" pittorica, resa con asciutta misura dall'artista. Maria Pia Daidone ha registrato e determinato, rilanciato e siglato un ventaglio di emozioni approdando ad una selezione di lavori, intitolata "Nonsolocerchi", sviluppata tra il '97 e il '98. Negli ultimissimi mesi del '98 ha preparato visioni ironiche, dai risvolti "pop" e senza dubbio originali, utilizzando i grattini del parcheggio, foglietti con le caselle argentate e ispirandosi alle figure degli "accertatori", che spesso in coppia, o in gruppi di tre, vagano per i parcheggi col blocchetto delle multe per punire i trasgressori. Questa serie è stata intitolata "Accertamenti Metropolitani". Da ricordare, in ultimo, che da sempre lavora con la carta. Dal 1995 ha intensificato quest'attività affrontando vari temi. Ha fissato, tra il 1998 e il 2000, con il più diverso materiale cartaceo, scene primarie che ancora oggi elabora e varia. Questi collages raccontano fabulisticamente o penetrano negli spaccati del nostro quotidiano. Dopo la fortunata ed apprezzata serie "Accertamenti Metropolitani" e le numerose variazioni sui collages, ha impostato un nuovo ciclo, realizzato in tecnica mista, che ha intitolato "Dame a Palazzo", che ha presentato, in prima istanza, nella sede dell'Associazione Culturale "Passaggio Bianco", allocata nel Cortile d'Onore di Palazzo Serra di Cassano di Napoli. In strette bacheche di plexiglas, sono raccolte su tele dal fondo nero o azzurro-blu, in una misurata sequenza di silenzi, successioni epocali di volti femminili con singolari copricapi, che ci rimandano, in particolare, preziosità rinascimentali, tracce settecentesche e riflessi di attraversamenti contemporanei.  I raffinati risultati, tra il pop e l'aristocratico, esplicitano ritratti carichi di metafore in cadenze mute. Dal 2001 al 2002, lavorando con colori e carte su tele, realizza la serie “Birilli”, che dal 2002 al 2006 sostanzia e sintetizza, anche su supporti lignei, con la conseguente serie “Sagome”. Nel 2007 e nel 2008 ha condensato, su vari supporti, il mondo umano ed il mondo animale con le sequenze “Macrostampelle”, “Valigie”  e “Zoophantasy”. Da ricordare, infine, che partecipa, dall’agosto 2005, all’attività espositiva del “Movimento Iperspazialista”. Di prestigio le seguenti esposizioni al “Museo Mineralogico Campano - Fondazione Discepolo”, di Vico Equense (Na), nel 2003, con la personale “Sagome per un Trittico”; al Museo Archeologico “Silio Italico”, sempre a Vico Equense (Na), nel 2004-5, con la personale “Sagome Mediterranee”; al “Museo dei Tarocchi”, di Riola di Vergato (Bo), nel 2007, con la partecipazione alla rassegna “22 Artisti per 22 Arcani”; all'illustre sede universitaria del “Museo Zoologico”, di Napoli, nel 2008-9, con la personale “Zoophantasy”; al PAN (Palazzo delle Arti Napoli) con la personale “Oronerorame”, a febbraio 2011; alla Biblioteca Comunale di Cameri (NO) con la collettiva “Arcaicità e Futuro Ecosostenibile”, a settembre-ottobre 2011; al Palazzo degli Alessandri, a Viterbo, per il Padiglione Italia della 54^ edizione de “La Biennale” di Venezia, che per volontà di Vittorio Sgarbi è intitolato “L’Arte non è Cosa Nostra”, a novembre-dicembre 2011; allo Studio Arte Fuori Centro, con “Rossorame”, curata da Loredana Rea, dal 21 febbraio a 9 marzo 2012; alla “Casetta della Musica”, a Latina,  con “33 donne amorose”, curata da Emanuela Bianchi e Massimo Pompeo, dal 25 febbraio al 13 aprile 2012; al “Lavatoio "Contumaciale”, a Roma, con “Eduardo Palumbo e Gli Amici”, curata da Leonardo Faccioli, Bianca Menna, Massimo Pompeo, dal 23 al 28 giugno 2012; alla “Saletta dell’Asilo Comunale”, a Cantalupo nel Sannio (IS), con “Controventi Mediterranei”, curata da Maurizio Vitiello, dal 22 al 28 luglio 2012; a “Studio Arte Fuori Centro”, a Roma, con “Livres de poche”, curata da Loredana Rea, dal 26 giugno al 17 luglio 2012; al “Fortino di Sant’Antonio Abate”, a Bari, con “Contropiani Mediterranei”, curata da Maurizio Vitiello, dall’11 al 21 novembre 2012; a “Castel dell’Ovo”, a Napoli, con la “Biennale del libro d’artista”, II edizione, curata da Giovanni Donnarumma e Gennaro Ippolito, dal 1° al 16 dicembre 2012; alla “Saletta dell’Asilo Comunale”, a Cantalupo nel Sannio (IS), con “Controventi Mediterranei 2”, curata da Maurizio Vitiello, dal 3 all’11 agosto 2013; a “Open Space”, a Cantalupo nel Sannio (IS), con “Radici e Novità”, curata da Marisa Rizzato e Maurizio Vitiello, dal 21 dicembre 2013 al 6 gennaio 2014; a “Il Ramo d’Oro”, a Napoli, con “Fuori dalla Crisi”, curata da Maurizio Vitiello, dall’8 al 23 febbraio 2014; al Centro Culturale “L’Approdo”, ad Avellino, con “Cavalcando la coda della crisi”, curata da Maurizio Vitiello, dal 12 aprile al 12 maggio 2014; ad “Arte/Studio Gallery”, a Benevento, con “Ororossorame”, curata da Maurizio Vitiello, dal 24 aprile al 13 maggio2014; al PAN, a Napoli, con “Incendium”, a giugno 2013; al PAN, a Napoli, con “Napoli per Gabo”, dal 17 al 28 settembre 2014.

 

 



Messaggio di Gino il venerdì 26 settembre 2014 alle 09:13   -  forum administrator-  forum moderator
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26/9/2014

Q.I. vedo sostenibile

Quartiere Montesanto, Napoli

Un progetto espositivo in cui 12 artisti nazionali e internazionali interpretano con il linguaggio video i temi dell'ambiente, dell'ecosostenibilita' e del rapporto uomo-natura, proiettando messaggi visivi su un muro monumentale trasformato in schermo permanente nel cuore del popolare quartiere di Montesanto.


 

comunicato stampa

a cura di Adriana Rispoli

prodotto dal Forum Universale delle Culture di Napoli e Campania

Q.I. VEDO SOSTENIBILE a cura di Adriana Rispoli è un progetto espositivo in cui 12 artisti nazionali ed internazionali interpretano con il linguaggio video i temi dell’ambiente, dell’ecosostenibilità e del rapporto uomo -natura proiettando messaggi visivi su un muro monumentale trasformato in schermo permanente nel cuore del popolare quartiere di Montesanto a Napoli. Q.I. VEDO SOSTENIBILE è un progetto prodotto dal Forum Universale delle Culture, in collaborazione con Goethe Institut, Accademia di Belle Arti di Napoli e sotto il matronato della Fondazione Donna Regina.

Q.I. VEDO nasce come format visivo realizzato ad hoc per Quartiere Intelligente (Q.I.), progetto pilota di rigenerazione e ri-utilizzo di spazi urbani, in corso di realizzazione nel quartiere Montesanto, che intende divenire un luogo di sperimentazione, un "laboratorio" di proposte sui temi della sostenibilità e dell’ecologia attraverso la sinergia d'interdisciplinari competenze, locali nazionali ed internazionali.

Sfruttando le strategie del main stream pubblicitario, artisti emergenti, nazionali e internazionali, interpretano con il linguaggio video il tema dell'ecosostenibilita' e del rapporto uomo-natura proiettando messaggi visivi sul MURO, che da anonima parete vuota si trasforma in un polo attrattore di capitale estetico e cognitivo, con la prospettiva di colpire l’immaginazione e la fantasia anche di un pubblico in transito. Il linguaggio dell'immagine in movimento entra così nel tessuto urbano per sviluppare una coscienza collettiva, per co-costruire un nuovo rispetto consapevole della cittadinanza per le risorse naturali e per il proprio territorio.

26 Settembre inaugurazione

h 18 conferenza stampa
h 19.30
Proiezione di
CYCLING THE FRAME (1988) e THE INVISIBLE FRAME (2009) di Cynthia Beatt con l'attrice scozzese Tilda Swinton.
I docufilm, oggi importanti ed originali documenti storici, sono viaggi poetici ma reali intrapresi dalla Swinton in bicicletta prima e dopo la caduta del Muro di Berlino. Uno sguardo straniante che dall’ovest spia l’est nel primo e un racconto suggestivo tra i diversi paesaggi colti da entrambi i lati del Muro, nel secondo. I film – nell’anno del 25° anniversario della caduta del Muro - sollevano la questione dell’elaborazione collettiva del dolore e di come si possa fermare su pellicola la Storia e catturare ciò che è invisibile agli occhi.

PROGRAMMA

30 SETTEMBRE

h-18.30
talk
Adriana Rispoli curatrice Q.I. VEDO
Maria Rosa Sossai, curatrice e critica d'arte, autrice di numerosi saggi e articoli sulla video arte
Raffaela Mariniello, artista

h. 19.30
Proiezioni:
Raffaela Mariniello (Napoli, 1965 dove vive e lavora) Still in Life
Andrea Nacciarriti (Ancona 1976 vive e lavora a Milano) and the ship sails on
Osman Bozkurt (Istanbul 1970) Foggy - Resistance - prohibitions - Liberated Zone
Atul Bhalla (New Delhi India 1964) Yamuna walk

7 OTTOBRE

h-18.30
talk
Adriana Rispoli
Eugenio Viola, curator at large Museo MADRE - Napoli
Leonardo Bigazzi, curatore del festival Lo Schermo dell’Arte – Firenze

h 19.30
Proiezioni:
Luca Bolognesi (Ferrara 1978) Ladies and Gentlemen
Luke Fowler (Glasgow 1978 ) A grammar for Listening part 2
Yuri Ancarani (Ravenna 1972 , vive a Milano) Il capo

11 OTTOBRE

Presentazione a cura di Moio&Sivelli per l’Accademia
h 19.30
Dacia Manto (Milano 1973) Asterina
Diego Cibelli (Napoli 1987) Tarzan’s House
Andrea Francolino (Bari 1979 vive a Milano) White Sub Limen
Raffaella Romano (Napoli) Risonanze

All’interno del Quartiere Intelligente nell’ ex opificio dall’11 ottobre per la X Giornata del Contemporaneo sarà contemporaneamente proiettata l’intera rassegna fino al 19 ottobre

Dal 22 ottobre al 3 novembre l'intera rassegna sarà visitabile - sotto forma di proiezione in loop - anche presso il Museo MADRE (Via Settembrini 79, 80139 Napoli).

Associazione Culturale Montesanto 3
Scala Montesanto 3, Napoli – 80135



Messaggio di Gino il venerdì 26 settembre 2014 alle 09:15   -  forum administrator-  forum moderator
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26/9/2014

Remixing Cities

Convento di San Domenico Maggiore, Napoli

Ridare slancio e idee alla rigenerazione urbana, considerando il riuso di spazi per la produzione culturale indipendente giovanile come il primo step di un processo. Seminario internazionale e spettacolo notturno.


 

comunicato stampa

FORUM UNIVERSALE DELLE CULTURE NAPOLI E CAMPANIA
GAI – ASSOCIAZIONE PER IL CIRCUITO DEI GIOVANI ARTISTI ITALIANI
ICS – INNOVAZIONE CULTURA SOCIETÀ
in collaborazione con
COMUNE DI REGGIO EMILIA, COMUNE DI FERRARA, COMUNE DI PADOVA
presentano

REMIXING CITIES
LA RIGENERAZIONE URBANA E I CENTRI INDIPENDENTI DI PRODUZIONE CULTURALE

Ridare slancio e idee alla rigenerazione urbana, ovvero ai progetti di trasformazione basati non sul nuovo ma sull’esistente. Individuare modelli di interazione tra i Centri di produzione culturale indipendenti e le Istituzioni pubbliche con la definizione di una Carta di intenti. Approfondire i diversi aspetti riguardanti rivitalizzazione e rigenerazione dei territori, considerando il riuso di spazi per la produzione culturale indipendente giovanile come il primo step di un processo complesso.

Questi gli importanti temi attorno cui ruoterà, il 26 settembre 2014, il Seminario internazionale REMIXING CITIES ‐ La RigenerAzione urbana e i Centri indipendenti di produzione culturale curato da GAI – Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani e Associazione ICS – Innovazione Cultura Società con la co‐produzione del Forum Universale delle Culture Napoli e Campania e la collaborazione di Comune di Reggio Emilia, Comune di Ferrara e Comune di Padova. L’incontro si svolgerà, a partire dalle ore 10, presso il Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore.

L’appuntamento napoletano (che segue quelli sugli stessi temi di Torino, Ferrara e Lecce nel 2012 e 2013) sarà di fatto un laboratorio nazionale pensato per scattare un'istantanea della situazione nella quale si impegnano gli spazi, le realtà, le associazioni e le compagnie indipendenti giovanili che producono cultura in Italia e all’estero e per favorire una condivisione di idee, buone pratiche e nuovi network sul tema della rigenerazione urbana partendo dalle esperienze delle città italiane.

La progettualità sugli spazi da rigenerare coinvolge ormai competenze relative alla cultura e ai giovani, ma anche all’urbanistica, alle attività produttive, ai servizi sociali. In questo quadro i Centri di produzione culturale indipendenti possono diventare il primo tassello di un processo dinamico lungo e articolato e la creatività giovanile rivelarsi come lo strumento per una nuova visione strabica che permetta di ri‐vedere un luogo ancora architettonicamente congelato, ma con all’interno la proiezione di nuove, future, possibili, funzioni.

E’ comunque un processo, quello della rigenerazione urbana, che deve fare i conti con adempimenti e impedimenti burocratici che devono essere trasformati all’interno di una necessaria, ma più semplificata, legalità normativa.

L’incontro internazionale aperto al pubblico vedrà protagonisti operatori di settore, artisti, amministratori locali, italiani e di tutta Europa, intenti ad illustrare e mettere a confronto punti di forza e di debolezza, alla ricerca di soluzioni innovative e tracce di sviluppo futuro.

La giornata sarà suddivisa in due sessioni di lavoro e si concluderà con uno SPECIAL EVENT: uno spettacolo notturno, con immagini di luoghi e creazioni rappresentative proiettate sui palazzi di una suggestiva location napoletana con la sonorizzazione live di musicisti e dj.

Promosso dall’UNESCO il Forum Universale delle Culture è una manifestazione che ha luogo periodicamente in città e territori diversi con un format ideato e volto a stimolare l’attenzione sui temi del dialogo tra popoli, culture, lingue e religioni diverse nonché dello sviluppo umano e delle società contemporanee urbane sostenibile e competitivo. Nato a Barcellona nel 2004, dove si è svolta la prima edizione, il forum ha poi avuto luogo a Monterrey (Messico) nel 2007 e a Valparaiso (Cile) nel 2010 ed in quella occasione che, nel corso della cerimonia di chiusura, a Napoli fu assegnato il testimone. E da Napoli il testimone passerà ad un’altra città. Il Forum Universale di Napoli e Campania si caratterizza per la scelta di organizzare una manifestazione diffusa sul territorio regionale: sono, infatti coinvolti anche i comuni sedi dei siti UNESCO di Caserta, Benevento, Pompei, Ercolano, Ascea, Paestum e Ravello.

Il Forum Universale delle Culture ha un programma ricco e articolato: 120 giorni fra convegni, workshop, mostre, istallazioni, spettacoli teatrali, concerti e reading.

L’agenda del Forum coinvolge i cittadini napoletani e del mondo in un percorso che, partendo dalle proprie radici, va verso un futuro di condivisione e di contaminazione culturale.

Info: GAI ‐ ASSOCIAZIONE PER IL CIRCUITO DEI GIOVANI ARTISTI ITALIANI
Presidenza e Segreteria: Città di Torino
Segreteria Nazionale: Via S. Francesco da Paola 3 – 10123 Torino, Italia
gai@comune.torino.itwww.giovaniartisti.it
info@fondazioneforum2013.itwww.forumculture.orgwww.magazineculture.org
Info media: Dario Sereni – dariosereni@gmail.com ‐ 3487155900

26 settembre:
LIVE SHOW & DJ SET
h 21.00 open set con Mauro Marsu e Antonio Caino a seguire La Kattiveria
h. 22.00 DJ set di Nic 2 Birilli
h. 23.30 Jam di chiusura
Visual set by PAROLIERI

Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore Napoli
vico San Domenico Maggiore, 18 Napoli
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili



Messaggio di Gino il venerdì 26 settembre 2014 alle 09:16   -  forum administrator-  forum moderator
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26/9/2014

Vincenzo Gemito e Eugenio Autiero

Studio49 (nuovo spazio), Napoli

Volumi e forme. Mostra a cura di Ilaria Sabatino e Giuliana D'Autilia


 

sintesi del comunicato stampa

Lo Studio49 riapre la stagione artistica con l'inaugurazione, venerdi' 26 settembre alle ore 18.00, dell'esposizione che vede in mostra una selezione di opere di: Vincenzo Gemito e Eugenio Autiero. Due artisti agli antipodi che esprimono entrambi nelle loro opere la sofferenza intrinseca nell'uomo. La mostra e' a cura di Ilaria Sabatino e Giuliana D'Autilia. Inaugurazione venerdi' 26 settembre alle ore 18.



Messaggio di Gino il sabato 27 settembre 2014 alle 08:45   -  forum administrator-  forum moderator
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27/9/2014

Conor Backman

Annarumma, Napoli

Mrs. Fibonacci's Traditional False Color Broccoli with Orange Sauce. L'artista esplora il tema del confine fra oggettivo e apparente, intervenendo pittoricamente su stampe che poi vengono riconvertite in immagini.


comunicato stampa

...In quell'impero, l'Arte della Cartografia raggiunse una tale Perfezione che la mappa di una sola provincia occupava tutta una Città e la mappa dell'Impero tutta una Provincia. Col tempo codeste Mappe Smisurate non soddisfecero e i Collegi dei Cartografi eressero una mappa dell'Impero che uguagliava in grandezza l'Impero e coincideva puntualmente con esso. Meno Dedite allo studio della cartografia, le Generazioni Successive compresero che quella vasta Mappa era inutile e non senza Empietà la abbandonarono all'Inclemenze del Sole e degl'Inverni. Nei deserti dell'Ovest rimangono lacere rovine della mappa, abitate da Animali e Mendichi; in tutto il paese non è altra reliquia delle Discipline Geografiche.

Suárez Miranda, Viajes de varones prudentes, Libro IV, Cap. XLV, Lérida, 1658

Annarumma è lieta di presentare Mrs. Fibonacci’s Traditional False Color Broccoli with Orange Sauce, una selezione di recenti dipinti e sculture a opera dell'artista newyorkese Conor Backman. Con Mrs. Fibonacci, sua prima mostra personale con la galleria, l'artista continua le sua indagine su temi quali la rappresentazione e la riproduzione, l’originalità e la ripetizione.

Al centro dell’opera di Backman vi è un processo di “traslazione”, che parte dall’esplorazione del confine tra oggettivo e apparente e si materializza in un lavoro sfacciatamente fluido, in cui riferimenti e formati si mescolano e si stratificano fino quasi a disorientare e confondere (intenzionalmente) l’osservatore.

Tra i suoi lavori si trovano così stampe digitali che vengono rese pittoricamente prima di essere riconvertite in immagini autonome; illustrazioni del mondo fisico che rappresentano e allo stesso tempo sostituiscono le proprie controparti reali; trompe l'oeil che provano in tutti i modi a offuscare la soglia tra autentico e contraffatto, a confondere l’originale con la copia. Combinando volutamente diversi mezzi di produzione visiva, Backman dà vita a opere che compensano la propria densità concettuale con un contrappeso estetico: la presunta linea di demarcazione tra esperienza diretta e mediata si fa improvvisamente e suggestivamente oscura.

Per la mostra, Backman ha prodotto dieci nuove opere che partono da due delle sue serie più recenti. Nella prima, dal titolo Painting Palettes, l'artista esegue dipinti ad olio sulla base di fotografie delle palette di alcuni suoi lavori passati. Tuttavia, mentre riproduce meticolosamente ogni sbrigativo sbaffo e marcatura dell’originale, Backman mescola nuovi pigmenti sulla superficie della tela, unendo così segni casuali e gesti dichiarati in un’unica composizione. Una volta finiti, i lavori appaiono come costituiti da due distinti elementi: l’immagine di una tavolozza di colori accanto a una tavolozza vera e propria. Difficile definire se uno sia più reale dell’altro — entrambi gli elementi restano autonomi e indipendenti, nonostante siano stati creati simultaneamente e con lo stesso materiale. Come quando si guarda a un dipinto e allo stesso tempo a una sua riproduzione, le opere di questa serie sono allo stesso tempo reali e appiattite, astratte e arricchite dalle ricorrenti operazioni di (ri-)produzione da parte dell’artista.

Tuttavia, se le prime operazioni di Painting Palettes partivano da dettagli ritagliati in maniera violenta, per questa più recente e nuova sequenza di tele Backman sperimenta un approccio più composito e sfumato, con un rapporto tra palette originale e tela finale che dalla prima all’ultima delle cinque opere in mostra passa gradualmente da 1:1 a 1:8. Mentre le pennellate del quadro più piccolo mantengono la scala dei segni originali, le vernici rimescolate del lavoro più grande occupano una superficie grande quasi come l'intera tavolozza.

Fanno parte della mostra anche cinque opere della serie The Sun Never Sets, nella quale l’artista sovrappone calchi finemente dettagliati e dipinti a mano di bucce d’arancia sulla superficie in plexiglass di alcune riproduzioni cartografiche del globo terreste (in particolare, di Proiezioni Interrotte di Goode's Homolosine, più comunemente note come “mappe a buccia d’arancia”). In una sorta di capovolgimento della favola di Borges sopra citata, di opera in opera l’immagine del mondo riduce gradualmente la sua scala fino a che, alla fine, questa viene oscurata — se non proprio incorporata — dal calco sovrapposto.

A poco a poco, la distinzione tra realtà e messinscena, tra soggetto e simulacro, si sbriciola fino a formare un’unica coerente entità. Le opere finiscono per trasformarsi in un’allegoria della pittura figurativa in sé, dove il soggetto è trasformato in immagine attraverso un processo di riduzione e appiattimento.

Come gran parte della produzione di Backman, le opere di Mrs. Fibonacci cercano e trovano il proprio significato negli intramezzi, nelle soglie, nei confini: bilanciando abilmente un’ampia gamma di materiali, tecniche e fonti differenti, i lavori si fanno trasversali, obliqui, ubiqui. Il richiamo è certamente a quell’instabilità di fondo che, seppur sia stata consolidata solo recentemente dagli sviluppi tecnologici e digitali, è storicamente da sempre legata al rapporto tra soggetto e immagine. Applicando nuove tecniche a temi da lungo tempo approfonditi, le opere in mostra traggono forza dalla propria mutevolezza, incarnando e allo stesso tempo espandendo la dinamicità formale, l’estro materico e la complessità narrativa che continua a guidare il lavoro di Backman.

Conor Backman (1988) ha ottenuto il suo BFA in Scultura e Pittura presso il VCU di Richmond, in Virginia, nel 2011. Le sue opere sono state incluse in mostre collettive da James Fuentes, New York; Aran Cravey, Los Angeles; Evelyn Yard, Londra; Higher Pictures, New York; Stadium, New York; e Saamlung a Hong Kong. Tra le sue più recenti mostre personali si ricordano “Diorama” (Mixed Greens, New York, 2013) e “The Other Real” (Nudashank Gallery, Baltimora, 2013). Dal 2009 al 2012 Backman è stato co-direttore della REFERENCE Art Gallery di Richmond. Attualmente vive e lavora a Hudson, nello stato di New York, Stati Uniti.

Inaugurazione 27 settembre alle 11

Annarumma, via Carlo Poerio 98, Napoli.
Orario: mar - ven 16-19.30 o su appuntamento
Ingresso libero



Messaggio di Gino il sabato 27 settembre 2014 alle 08:45   -  forum administrator-  forum moderator
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27/9/2014

Giosetta Fioroni

Al Blu di Prussia, Napoli

Memory lane. Mostra a cura di Mario Pellegrino


 

sintesi del comunicato stampa

Tra le piu' grandi protagoniste della pittura italiana contemporanea, il suo linguaggio artistico si alimenta di differenti mezzi espressivi, dalla pittura al disegno e alla grafica, dalla scultura al video, dalla fotografia alle installazioni. Piu' volte invitata a Venezia alla Biennale, le sue opere sono presenti in importanti musei e collezioni private. Inaugurazione con la presenza dell'artista sabato 27 settembre 2014 dalle ore 18 alle 20,30.



Messaggio di Gino il lunedì 29 settembre 2014 alle 08:47   -  forum administrator-  forum moderator
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♀ de Villehardouin

MATTEO FRATERNO

a cura di Teresa Carnevale, Rossana Macaluso, Raffaella Morra e Loredana Troise

prodotto dal Forum Universale delle Culture di Napoli e Campania

Chiostro San Domenico Maggiore, Napoli
giovedì 2 ottobre 2014 ore 18:00
2 ottobre - 8 novembre 2014

Femminile de Villehardouin di Matteo Fraterno, a cura di Teresa Carnevale, Rossana Macaluso, Raffaella Morra e Loredana Troise, progettato da E-M ARTS Associazione Culturale e prodotto dal Forum Universale delle Culture di Napoli e Campania, riflette sulle esperienze storiche della famiglia de Villehardouin che nel XIII secolo si intrecciano con le potenti dinastie Europee. Il percorso espositivo è scandito da tre installazioni-tende in cui l’artista fonde suggestioni linguistiche, visioni e attività laboratoriali, come spazio di conoscenza da attraversare per rileggere le tracce di un passato condiviso e elaborare dei sentieri inesplorati.

Femminile de Villehardouin è ospitato nel Chiostro San Domenico Maggiore Napoli dal 2 ottobre al 8 novembre 2014 e rappresenta idealmente il prosieguo della mostra G. di Villehardouin & figli organizzata presso la Biblioteca del Museo Nitsch nel 2013. La ricerca sulla dinastia de Villehardouin permette di conoscere o riscoprire, attraverso il linguaggio dell’arte, la memoria culturale Europea, adoperando come fulcro Napoli. I progetti di Matteo Fraterno sono spesso incentrati sulla memoria storica che riattualizza questioni ancora oggi centrali; il suo metodo artistico presuppone un lavoro corale nel quale molti tecnici ed esperti si confrontano intorno ad un determinato tema, con l’obiettivo di democratizzare la ricerca, raccogliere esperienze differenti al servizio del fruitore in un unicum coordinato dall’artista.

Femminile de Villehardouin si sviluppa in un percorso espositivo scandito da tre grandi tende artigianali disegnate da Fraterno, ponendo sul medesimo piano regioni lontane, emozioni, ricordi e attualità per alterare le stabili coordinate del tempo e dello spazio. Dedicate a Isabelle, la prima figlia di Guillaume II de Villehardouin, Mahaut Hainaut, figlia di Isabelle e Florent d’Avesnes, e Marguerite, la seconda figlia di Guillaume II, una tenda con la cupola blu presenta la sezione storico-documentale provando a riformulare il problema dell’immissione di una dinastia in una terra straniera; una seconda tenda con la cupola verde racconta il viaggio tra le rovine delle fortezze di Chloumoutsi, Kalamata, Mistra e Kelefa nel Peloponneso attraverso un video diretto da Matteo Fraterno, con la presenza attoriale di Domenico Mennillo e filmato da Mary Zygouri; una terza tenda interamente gialla è concepita come area slow news communication / laboratorio, affidato all’associazione Aporema, strumenti innovativi per analizzare una differente visione della storia e per incoraggiare un incremento della sensibilità soggettiva, un apprendimento informale sviluppato attraverso l’alfabetizzazione culturale e la partecipazione attiva per l’attuazione di comportamenti e valori positivi.

Femminile de Villehardouin è il risultato di un dialogo aperto con partners internazionali come il Consolato Francese a Napoli e l’Institut Français de Naples, l’Istituto Italiano di Cultura di Atene e l’Institut Français en Grèce, e le associazioni APOREMA, SudLab e Routes Agency - Cura of Contemporary Arts.

de Villehardouin è tra i progetti assegnatari del bando Esposizioni Basic indetto dal Forum Universale delle Culture di Napoli

www.forumculture.org / www.magazineculture.org / #forumculture
tel: +39 (0) 81 7958607 / Fax:+39 (0) 81 7958610

Chiostro San Domenico Maggiore
Vicolo San Domenico Maggiore, 18 Napoli
Tutti i giorni ore 10:00 - 22:00
ingresso gratuito

MATTEO FARTERNO: co-fondatore di Osservatorio Nomade - Stalker Roma e di ilmotorediricerca, laboratori creativi fondati su pratiche relazionali e ludiche. La sua opera trova conferma nella relazione tra vari aspetti immateriali: processo, metodo, metodologia, che insieme alla relazione e l’interrelazione (preferibilmente in luoghi e situazioni, estreme) mantiene attivo quel meccanismo cooperativo che conferma l'importanza dell'aggregazione libera da riferimenti ideologici o di sistema. I suoi lavori sono spesso incentrati sulla memoria storica, e sul territorio inteso come sistema di interazione tra ambiente e abitanti. Fraterno preleva dai luoghi esplorati durante le sue frequenti peregrinazioni culturali le emozioni e le visioni di un processo creativo complesso ed articolato. Le materie sdoganate dalla loro inerte appartenenza e condotte nel territorio dell'arte diventano elementi costruttivi di pittura, scultura, installazione e video. Matteo Fraterno lavora su queste tematiche dagli anni ’80 sia sulla scena nazionale che internazionale. Tra le opere recenti: ΤΑΞΙΔΙ ΣΤΑ ΑΝΤΙ-ΚΥΘΗΡΑ - Viaggio verso ANTI Citera (2011-2012); in-differenziati, athina 2012 (2012); La persistenza del significante (2010); RADIO EGNATIA, regia Davide Barletti. Produzione Fluid Video Crew, Istituto di Culture del Mediterraneo, Geco Produzioni, Stalker/ON (2008); RITRATTI FEMMINILI, a cura di Loredana Troise, Galleria Opera, Sant'Agata de' Goti, Benevento (2011); G. DI VILLEHARDOUIN & FIGLI, a cura di Rossana Macaluso, E-M Arts / Museo Hermann Nitsch Napoli (2013); RAZZA VESUVIANA, a cura di Achille Bonito Oliva, SUDLAB Portici (2013). Tra le mostre collettive: HEAVEN_LIVE - 2° ATHENS BIENNAL, con Cesare Pietroiusti, Atene (2009); L’ISOLA DI SANTO JANNI Il mare nel mito, MARartEA, Maratea (2009); TRANSIENT SPACES – THE TOURIST SYNDROME a cura di Raffaella Morra, Marina Sorbello, Antje Weitzel, E-M ARST / Fondazione Morra Napoli (2010); INTRECCI, a cura di Achille Bonito Oliva, in Islam in Sicilia, un giardino tra due civiltà, Fondazione Orestiadi, Gibellina (2012); THE WALK, a cura di Armin Linke e Glegg & Guttman, HfG Università di Arte, Karlsruhe Germania (2013).



Messaggio di Gino il martedì 30 settembre 2014 alle 08:57   -  forum administrator-  forum moderator
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30/9/2014

Attraversamenti Multipli 2014

Stazione di Napoli Porta Nolana, Napoli

4 performance site-specific in 4 luoghi simbolo della riqualificazione urbana della citta': un percorso che parte dalla stazione metro di Garibaldi, attraversa le stazioni Universita' e Vanvitelli e arriva alla stazione metro di Piscinola a Scampia.


 

comunicato stampa

a cura di Margine Operativo, gruppo artistico multidisciplinare coordinato da Alessandra Ferraro e Pako Graziani

Attraversamenti Multipli 2014 traccia un percorso che parte dalla stazione metro di Garibaldi, attraversa le stazioni Università e Vanvitelli e arriva alla stazione metro di Piscinola a Scampia. 4 eventi che si inseriscono in 4 luoghi simbolo della riqualificazione urbana della città di Napoli.

Coinvolge 12 ensemble di artisti,rappresentativi della scena contemporanea nazionale che presentano 18 performance site specific create per gli spazi in cui si inseriscono. Ruota intorno all’asse tematico dello SVILUPPO SOSTENIBILE, in continuità con gli obiettivi del “Forum Universale delle Culture Napoli e Campania”. Promuove, attraverso le arti performative, un uso consapevole e sostenibile degli spazi pubblici della città. Vuole contribuire con le sue azioni artistiche a generare buone pratiche di cooperazione tra arti performative, spazi urbani e cittadini.

L’evento si propone come un organismo meticcio, in cui hanno cittadinanza e dialogano diverse pratiche artistiche delle arti performative: teatro, danza, poesia, giocando sul binomio: “attraversamenti tra linguaggi artistici in luoghi di attraversamento”.
Attraverso codici artistici differenti, che spaziano dal teatroalla danza, dalla poesia ai fumetti, propone un viaggio fra gli orizzonti mobili delle arti performative e le loro interferenze con il presente e con la città, come spazio fisico e come luogo simbolo del proprio tempo. È un corpo multiplo che si interfaccia con le stratificazioni della città costruendo uno spazio vitale di relazione, è un omaggio ai luoghi di vita quotidiana e ai cittadini che li abitano.

“Ogni giorno migliaia di persone, si spostano da un punto all'altro della città. In questo movimento di corpi continuo, costante ci sono dei punti di snodo, dei luoghi che bisogna attraversare se si vuole andare altrove... Luoghi di passaggio, zone di transito, terre di mezzo, dove tutto è fugace, veloce, indeterminato e indefinito. Le stazioni della metropolitana sono luoghi simbolo del nostro tempo, dove tutto è accelerato, il passo, il respiro, lo sguardo dove si sfiorano e si intersecano, anche se solo per pochi attimi, storie, culture, lingue diverse… spazi meticci, ibridi… dove tutto è estremamente vitale, perché è in questi luoghi che la vita scorre.

Siamo fortemente attratti e stimolati dalle zone di confine,dalle “terre di mezzo” delle città e amiamo muoverci sulle linee di confine tra differenti codici artistici, sulle estensioni e combinazioni tra teatro_danza_performance_poesia. Questa fascinazione ci ha portato a ideare e costruire Attraversamenti Multipli, un festival che si interroga sui linguaggi artistici contemporanei inserendo eventi in spazi urbani. Attraversamenti Multipli è un progetto artistico costruito come un omaggio agli spazi in cui viene realizzato e a chi li attraversa. Un organismo complesso e pluriarticolato, formato da performance site specific, dove gli artisti in azione si espongono senza reti di protezione. Un evento artistico che si può incontrare come si incontrano migliaia di persone ogni giorno in una città, con una meravigliosa casualità.Un corpo multiplo che si interfaccia con le stratificazioni della città costruendo uno spazio vitale di relazione. Dove sfuma l’importanza del confine tra il corpo in azione e il corpo in osservazione, perché il centro è lo spazio costruito da tutti i partecipanti. Un percorso nomade, che sceglie come luoghi del suo accadere 4 straordinari spazi simbolo della riqualificazione del tessuto urbano di Napoli: 4 stazioni dell’arte, per rafforzare la loro vocazione ad essere luogo di incontro tra l’arte e le persone”.

Ufficio stampa:
Chiara Crupi // Artinconnessione t. 338.2006735 press@attraversamentimultipli.it

Programma completo: http://www.attraversamentimultipli.it

30 settembre
stazione metro GARIBALDI h 15 – h20

1 ottobre stazione metro UNIVERSITA’
h 15 – h 20

2 ottobre stazione metro VANVITELLI
h 15 – h 20

3 ottobre stazione metro PISCINOLA
h15 - h 20

GLI EVENTI SONO A INGRESSO GRATUITO



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